PAN

PAN
STA ATTENTO, CHE TI VEDO EH !!!

29.12.14

Le nostre grandi salite: Passo Paretaio o della Faggiola

Passo del Paretaio o della Faggiola mt. 880
Unisce le valli del Santerno (Coniale mt. 307) e del Senio (Palazzuolo mt. 437) Km 18
Si parte da Coniale, piccola frazione della valle del Santerno, posta sulla Statale Montanara a 11 Km da Firenzuola e 10,5 da Castel del Rio.Il primo tratto di strada è largo, caraterizzato da curve ampie, dopo crca 800 metri sulla destra troviamo una fonte ai margini di un bel castagneto.Superata la fonte una serie di tornanti ci portano velocemente all'antica parrocchiale di San Patrizio a Tirli, (mt. 512 km 3 da Coniale).

Percorriamo altri 500 metri e la carreggiata che qui si restringe notevolmente abbandonando momentaneamente la vallata del Santerno punta decisamente verso la stretta valletta del fosso Biatrica. Compiendo una lunga U di circa 1 chilometro ne risale il versante destro e guadagna il Poggio di Stignano mt. 695.
Proseguiamo in forte salita, su carreggiata sempre stretta da affrontare con la dovuta cautela, e dal chilometro 8 ricompaiono in tutta la loro bellezza l'alta valle del Santerno e la catena Appenninica.La quasi

Mitologia: ELENA DI TROIA (ovvero quella tr.... di Elena?)

E molte vite sono morte per me sullo Scamandro, e io,
che pure tanto ho sofferto, sono maledetta,
ritenuta da tutti traditrice di mio marito e rea

d'aver acceso una guerra tremenda per la Grecia. »
(Commento di Elena. Euripide, Elena, versi 502-505.)

Elena è una figura della mitologia greca assunta, nell'immaginario europeo, a icona dell' eterno femminino. Proprio questa sua caratteristica archetipica fa sì che nell'immensa letteratura nata attorno alla sua figura, Elena non venga mai considerata responsabile dei danni e lutti provocati dalle contese nate per appropriarsi della sua bellezza.
Sua madre Leda era sposata con Tindaro. Un giorno Leda venne rapita da Zeus camuffato da cigno. Da una contemporanea unione con Zeus e col marito nacquero Polluce e Elena, figli di Zeus, Castore, Clitennestra e Filonoe, figli di Tindaro.[1]
Elena fu allevata in casa di Tindaro e ancora giovinetta fu al centro di numerosi miti di seduzione: Teseo la rapì che era ancora fanciulla. Elena infatti era ritenuta la donna più bella del mondo, e poiché numerosi erano i pretendenti Tindaro lasciò che ogni decisione fosse della ragazza, onde evitare che una sua interferenza potesse causare una guerra. La scelta cadde su Menelao, re di Sparta; dalla loro unione nacque Ermione. La sorella Clitennestra sposò invece Agamennone, fratello di Menelao.

25.12.14

Le nostre grandi salite: I PASSI DEI MANDRIOLI E DELLA CALLA

Passo Mandrioli
Il Passo dei Mandrioli è un passo di crinale dell'Appennino tosco-romagnolo posto a 1173 m s.l.m. Collega le valli del Savio e dell'Arno, più precisamente le località di Bagno di Romagna (FC) e Badia Prataglia, frazione di Poppi (AR).
Nell'antichità questo tratto dell'Appennino era attraversato da una mulattiera che partendo da Bagno di Romagna valicava il crinale al Passo Serra (mt 1148) scendendo poi verso la Toscana e il santuario della Verna. L'attuale passo, costituente parte della Strada Statale 71 Umbro Casentinese Romagnola, fu progettato dall'architetto Alcide Boschi e realizzato negli anni dal 1870 al 1882.


Passo la CallaIl Passo la Calla (o Passo della Calla) è un valico di crinale dell'Appennino tosco-romagnolo, sullo spartiacque fra le valli del Bidente e dell' Arno (Casentino). Situato a 1296 m s.l.m., è il più alto valico stradale dell'appennino tosco-romagnolo. È attraversato dalla Strada Statale 310 del Bidente che collega le province di Forlì-Cesena e di Arezzo, fra i comuni di Santa Sofia e Stia.
Il valico stradale fu aperto solo negli anni 30 del XX secolo, anticamente le uniche vie che consentivano di valicare l'Appennino in questa zona erano costituite da mulattiere e stradelli di smacchio al servizio delle foreste di Campigna. Questi stradelli, detti anche "le vie dei legni" servivano per trasportare il pregiato legname in Casentino, dove veniva "fiumato" in direzione di Firenze.Il passo è anche punto di partenza per escursioni trekking al monte Falterona (m 1654) e monte Falco (m 1657), i maggiori rilievi dell'Appennino romagnolo, ed è punto di partenza-arrivo di una delle più belle escursioni nelle Foreste Casentinesi (Calla-Camaldoli - 10 km di sentiero e piste forestali quasi interamente su crinale (percorribile sia a piedi che in MTB) transitando per Poggio Scali - mt 1520 - e in fregio alla riserva integrale di Sasso Fratino).

Grandi ciclisti del passato: FRANCESCO MOSER

Nato e cresciuto in una famiglia di ciclisti – ben tre degli undici fratelli, Enzo, Aldo e Diego, gareggiarono nel professionismo – iniziò l'attività ciclistica solo a 18 anni e da dilettante corse nella squadra toscana della Bottegone. Con la selezione italiana partecipò ai Giochi olimpici di Monaco di Baviera del 1972, concludendo ottavo nella prova in linea.
Passò al professionismo nel 1973, e subito si aggiudicò una tappa al Giro d'Italia. I primi risultati importanti risalgono al 1975, quando vinse il Giro di Lombardia e si laureò campione italiano a Pescara, vincendo il Trofeo Matteotti. Altresì, concluse settimo al Tour de France vincendo due tappe, il prologo di Charleroi e la tappa di Angoulême, e la classifica riservata ai giovani, dopo aver indossato la maglia gialla per sette giorni: quella fu la sua unica partecipazione alla corsa francese.
Nel 1976 ai mondiali su strada di Ostuni giunse secondo dietro al belga Freddy Maertens, riuscendo comunque a vincere la maglia iridata nella gara di inseguimento su pista disputata nel velodromo di Monteroni di Lecce. L'anno dopo a San Cristóbal, in Venezuela, diventò campione del mondo su strada. Con la maglia iridata sulle spalle nel 1978 ottenne la prima delle sue tre vittorie consecutive alla Parigi-Roubaix.
Favorito dalle caratteristiche di passista, nel 1984 a Città del Messico riuscì a battere il record dell'ora (massima distanza percorsa in un'ora) che apparteneva da dodici anni a Eddy Merckx. Grazie anche all'uso di un nuovo tipo di bicicletta con ruote lenticolari, il 19 gennaio 1984 stabilì il record di 50,808 km, portandolo quattro giorni dopo a 51,151 km. Nello stesso anno, sempre grazie a questa particolare bicicletta, con la vittoria nell'ultima tappa (a cronometro) del Giro d'Italia riuscì a colmare lo svantaggio in classifica nei confronti del francese Laurent Fignon e a vincere il Giro.
Altre vittorie significative di Moser furono la Milano-Sanremo nel 1984, il Campionato italiano nel 1979 e nel 1981 e diverse altre classiche ciclistiche. Famosa fu anche la rivalità con Giuseppe Saronni, in maniera simile a quanto era successo quasi trenta anni prima con Fausto Coppi e Gino Bartali.
Molti, anche se meno noti, sono stati i suoi successi su pista, tra cui il già citato campionato mondiale di inseguimento nel 1976 e quello italiano nella medesima specialità, vinto cinque volte, oltre a quindici affermazioni nelle Sei giorni.

Tratto da Wikipedia

23.12.14

LEGIONELLA ..... PERICOLO REALE E MORTALE

La legionella (Legionella Brenner et al., 1979) è un genere di batteri gram-negativi aerobi di cui sono state identificate più di 50 specie, suddivise in 71sierotipi. Quella più pericolosa, a cui sono stati collegati circa il 90% dei casi di legionellosi, è L. pneumophila. La legionella deve il nome all'epidemia acuta che nell'estate del 1976 colpì un gruppo di veterani della American Legion riuniti in un albergo di Filadelfia, causando ben 34 morti su 221 contagiati (oltre 4.000 erano i veterani presenti): solo in seguito si scoprì che la malattia era stata causata da un "nuovo" batterio, denominato legionella, che fu isolato nell'impianto di condizionamento dell'hotel dove i veterani avevano soggiornato.
Habitat
Le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: si riscontrano nelle sorgenti, comprese quelle termali, nei fiumi, laghi, vapori, terreni. Da questi ambienti esse risalgono a quelli artificiali come le condotte cittadine e gli impianti idrici degli edifici, come i serbatoi, le tubature, le fontane e le piscine (sono state rilevate anche in fanghi di fiume o torrente, o argilla per manufatti in terracotta).
Le condizioni più favorevoli alla proliferazione sono:
condizioni di stagnazione;
presenza di incrostazioni e sedimenti;
presenza di amebe.
I batteri, inoltre, possono sopravvivere con una temperatura dell'acqua compresa tra i 5,7 e i 55 °C, mentre hanno il massimo sviluppo con una temperatura dell’acqua compresa tra i 25 e i 42 °C. Da evidenziare la loro capacità di sopravvivenza in ambienti sia acidi, sia alcalini, sopportando valori di pH compresi tra 5,5 e 8,1

22.12.14

Il Sovrallenamento: un compagno da evitare

Il termine sovrallenamento è stato introdotto da Hatfield (1988) per descrivere una serie di sintomi causati, sostanzialmente, da un alterato rapporto tra allenamento e recupero.
Il sovrallenamento è una condizione abbastanza frequente, una sindrome piuttosto complessa le cui cause vanno ricercate in diversi fattori scatenanti.

I risultati, intesi come il miglioramento della prestazione atletica, dipendono, sostanzialmente da:
allenamento: causa uno stress all'organismo e lo stimola ad adattarsi migliorando le proprie capacità prestative;
alimentazione: assicura i substrati energetici necessari durante l'allenamento ed il recupero;
riposo o recupero: insieme di modificazioni ed aggiustamenti fisiologici che consentono all'organismo di ripristinare la situazione di equilibrio psico-fisico che una situazione di stress (allenamento) è andata ad alterare.
Bbasta che uno solo di questi tre elementi sia alterato per influenzare negativamente i risultati. Se queste carenze perdurano nel tempo si può entrare nella suddetta fase di sovrallenamento, con ristagno o addirittura involuzione della prestazione.

CAUSE DEL SOVRALLENAMENTOallenamento eccessivo e inadeguato al proprio stile di vita
allenamenti eccessivamente standardizzati
sonno insufficiente
stile di vita troppo stressante
competizioni troppo frequenti
problemi di salute
alimentazione inadeguata e/o sbilanciata
intossicazioni alimentari da eccesso di determinati integratori
problemi psicologici (relazionali, familiari, sociali, lavorativi ecc.)
COME RICONOSCERE IL SOVRALLENAMENTO?

FRANCO BITOSSI.. UN CUORE MATTO DEL CICLISMO

Il corridore che più mi è piaciuto, fra gli italiani dell'era Merckx, dopo la fine della carriera di Adorni. Bitossi era un virtuoso che cercava di vincere, tanto veloce, quanto capace di tenere in salita e poi era onesto in tutto. Avesse avuto le capacità fisiche di Gimondi, avrebbe battuto il belga in maniera assai più tangibile, rispetto al bergamasco. Professionista dal settembre del 1961 al 1978 nel palmares del corridore fiorentino ci sono 147 vittorie. Molte delle quali bellissime e colte col fare del campione di razza. Purtroppo, manca solo la perla dell'iride, ma ci andò davvero vicino nel 1972. Uscito nel finale, la sua azione da finisseur parve dargli quella soddisfazione che meritava, ma poi, sul traguardo in leggera salita, il tentativo di rinvenire su di lui per vincere dell'amico Eddy (certo perché i due lo erano veramente), fu sufficiente per lanciare i, per Merckx, odiati succhiaruote, Cyrille Guimard e Marino Basso. Il primo giunse terzo, per una gomma dietro

19.12.14

Tirli... un piccolo borgo con una grande storia

Sulle pendici della Faggiola da Coniale, dopo circa tre chilometri si incontra un pittoresco e storico borgo: Tirli.
Tirli è situata lungo la strada provinciale che conduce a Palazzuolo sul Senio ed è una zona particolarmente ricca di castagneti dal frutto pregiato.La frazione di Tirli è stata in passato una delle più popolose di tutto il territorio comunale: dal censimento del 1551 risulta infatti che mentre il capoluogo contava solo 250 abitanti, la frazione di Tirli ne aveva ben 756. Era dunque una zona di una certa importanza: qui gli Ubaldini di Susinana avevano ecificato un castello, poi ceduto ai fiorentini nel 1372 (di cui oggi non restano che pochi ruderi). L'edificio religioso originario era anch'esso molto antico, anteriore all'anno 1000; quello attuale, dedicato a San Patrizio, è stato completamente riscostruito e inaugurato nel 1929. La frazione di Tirli è ricoperta da vaste aree boscate: faggi, cerri e, in particolare, castagni dal frutto pregiatissimo. Tra i castagneti sono ancora ben visibili e attivi i seccatoi, antichi edifici in pietra serena destinati all'essiccamento dei marroni. Nella zona è possibile percorrere affascinanti itinerari, a piedi o in mountain-bike, lungo sentieri tracciati dal CAI che attraversano castagnati secolari di grande fascino (la Selva di Quedina) o si inerpicano sulla dorsale che conduce ai ruderi dell'antico Castello di Tirli e che fa da spartiacque tra Toscana ed Emilia Romagna.

18.12.14

STORIA DELLA BICICLETTA: La Draisina in legno....

Con il termine draisina o Draisine viene definito un veicolo ottocentesco, simile a una bicicletta, con due ruote allineate, di cui l'anteriore sterzante, ma senza i pedali ed i freni, per cui per la propulsione è necessario che il guidatore, seduto sul sellino come nelle attuali biciclette, eserciti una spinta puntando i piedi sul terreno. Sempre tramite l'uso dei piedi, il guidatore può anche frenare.Il materiale di costruzione era generalmente legno rinforzato con elementi di ferro.
Nonostante che già Leonardo da Vinci od un suo discepolo, sul Codice Atlantico avesse inserito il disegno di un mezzo di trasporto del tutto simile alle odierne biciclette, l'invenzione della draisina, fatta nel 1816 dall'aristocratico tedesco Karl Christian Ludwig Drais von Sauerbronn, si basa sull'introduzione della ruota anteriore sterzante applicata, come perfezionamento di una precedente invenzione del conte Mede de Sivrac chiamata celerifero.Il nome draisina deriva appunto da Drais, il nome con cui l'inventore (fervente democratico) si faceva chiamare. Sempre nel nome della democrazia, Karl Drais sosteneva che tale mezzo poteva sostituire il cavallo, con un conseguente risparmio dei costi di gestione, allargando quindi la possibilità di trasporto personale veloce ad una più larga fetta di popolazione.
In realtà, nonostante le speranze del suo inventore, la draisina divenne un mezzo per il puro divertimento utilizzato sia dai giovani borghesi che dagli aristocratici, tanto da essere chiamato, in Inghilterra, hobby horse (cavallo da divertimento).

16.12.14

L'IMPORTANZA DEL FUORI SOGLIA (5° parte)

Allenare il fuorisogliaPer sua natura, la capacità di lavorare fuorisoglia è la più difficile, oltre che la più faticosa, da allenare. Ma, come abbiamo detto, è anche quella che fa la differenza tra un corridore graffiante e uno semplicemente ben allenato. Dunque, se si hanno delle ambizioni un po’ fuori dalla media, in altre parole se si vuole vincere le corse, questa capacità si deve allenare. Vediamo, quindi, come fare per imparare a lavorare per questo scopo e come sfruttare bene in corsa il lavoro effettuato. La cosa più importante da capire è, paradossalmente, il recupero. Allenare la resistenza a pedalare in fuorisoglia e, allo stesso tempo abituare l’organismo a lavorare in acidosi e a smaltire in fretta, almeno in parte, l’acido lattico accumulato, è un tipo di allenamento che prevede di lavorare ad alte intensità ed è, dunque, affaticante. Ma, al tempo stesso, è necessario. Si deve evitare, soprattutto durante la settimana, di accumulare tanto acido lattico da non essere, poi, in grado di smaltirlo per la corsa della domenica. Dunque, bisogna essere attenti alle proprie condizioni e sensazioni, trovando sempre l’equilibrio giusto tra stimolo allenante, che deve essere ricercato, e recupero, che deve assolutamente essere svolto. Come fare, dunque? Una risposta precisa e univoca non c’è. Ma qualche indicazione si può dare. Primo: questo allenamento va svolto almeno due volte a settimana, meglio tre, diciamo gli stessi giorni in cui si fanno gli allenamenti più pesanti, come, ad esempio, il martedì e il giovedì. Secondo: va svolto per un tempo limitato. Non si deve, cioè, arrivare a sfinimento. Cosa, del resto ,concessa e giusta solo in corsa o, meglio, in alcune particolari corse, vale a dire in quelle in cui si punta oppure in quelle che vengono usate per trovare la condizione e abituarsi ai ritmi di corsa. Chi corre, ma lo fa sempre nelle retrovie, non stimolerà mai a sufficienza le proprie qualità per poter aspirare, un giorno, a fare la parte del protagonista. Dunque, in corsa, anche se non si è al top, ogni tanto vale la pena mettere il muso davanti per prendere un po’ di vento, oppure chiudere qualche buco in prima persona, magari per aiutare un compagno di squadra che, al momento, è più in forma, che punta a fare una bella corsa o che ha la necessità di risparmiare le energie per i momenti salienti della competizione. Qualche scatto, poi, non è affatto superfluo.

ProgressioniIl fuorisoglia si allena con progressioni che portano da frequenze basse, con tempi scaglionati, fino a valori fuorisoglia. Quindi, si parte, in pianura come in salita, con un esercizio che, senza scattare, prevede il percorrere un tratto lungo di strada a intensità crescente (occhio, quindi, al cardiofrequenzimetro), aumentando di cinque battiti per volta, a intervalli regolari, la propria frequenza cardiaca. Potrebbero essere tratti di tre minuti, partendo da 145 (ipotizzando una soglia di 165 bpm) fino ad arrivare a tre minuti in fuorisoglia (dunque, 170 bpm). La volta successiva, fino a sei minuti per l’ultimo tratto a 170. E questo per due settimane.

I controlli periodiciDopo il primo periodo di allenamento, ci si riposa per un microciclo (tre giorni) e, quindi, si effettua un test di Conconi in laboratorio per vedere se si sta lavorando nella direzione giusta, cioè se la soglia si sta alzando. Quindi, se tutto procede bene, la volta successiva si aumenta di cinque battiti, tentando di spostare la soglia più in alto. Unitamente a ciò, vale a dire nel corso della stessa uscita, si fa poi un altro tipo di esercizio. Si scatta violentemente da una velocità e battito cardiaco medio (con lo stesso riferimento di prima, i soliti 145 bpm) fino ad arrivare in fuorisoglia, ma non all’esaurimento completo del-l’energia. Poi si aspetta che la frequenza ritorni ai valori di prima e, quindi, si riparte (in genere ogni tre minuti) con serie da tre o da cinque. Ulteriore variazione sul tema è quella di effettuare scatti con recupero incompleto, vale a dire che tra uno e l’altro, così come detto, non si aspetta di tornare ai valori di battito iniziali, ma non si scende oltre le 155 pulsazioni. È, come detto, un allenamento duro e difficile, ma, se fatto coscienziosamente, cioè se si fatica il giusto e non ci si affatica oltre la possibilità di recuperare, come abbiamo avvertito, é di sicuro effetto.


Con la quinta parte si conclude la serie di articoli riguardanti il fuori soglia. La fonte degli stessi è un articolodi Valerio Lo Monaco pubblicato nel 2002 su La Bicicletta
BigPanther

Grandi Ciclisti del passato: FIORENZO MAGNI -- Il Leone delle Fiandre

Vaiano (Prato) 7 dicembre 1920 – Monza 19 ottobre 2012. Ex ciclista. Nonostante una carriera spesa a combattere contro i fenomeni Fausto Coppi e Gino Bartali, vinse tre Giri d’Italia(1948, 1951, 1955), tre campionati italiani (1951, 1953, 1954), tre Giri delle Fiandre (1949, 1950, 1951) ecc.
Il processo per la battaglia di Valibona
• Figlio di Giuseppe, proprietario di un’azienda di trasporti (a cavallo) che morì investito da un’auto quando aveva 17 anni, nel ’39 partecipò ai Mondiali dilettanti. Passato pro’, nel 1942 vinse il Giro del Piemonte. A fine ’43 militare della Repubblica Sociale, il suo nome comparve nel primo fatto di sangue della guerra civile in Toscana, la battaglia di Valibona (3 gennaio 1944): «Firenze nel 1947: ventiquattro gli imputati, fra cui Magni, latitante. La richiesta contro il ciclista, nel frattempo sospeso dalla federazione, è trent’anni di galera. Il 24 febbraio viene assolto, perché non si può appurare che abbia preso parte all’azione e le altre accuse rientrano sotto l’amnistia del giugno 1946 approvata da Palmiro Togliatti, ministro di Grazia e giustizia e segretario del Pci. Magni può tornare alle corse» (Gian Luca Favetto, Rep. 15/5/2011). Recentemente, davanti a nuovi fatti che sembravano scagionarlo definitivamente, si è limitato a commentare: «Quello che conta nella vita è la nostra coscienza, il resto non ha importanza».
I fischi per la vittoria al Giro del ’48
• Il Giro d’Italia del 1948, primo grande successo di Magni, fu dominato dalle polemiche: «I tifosi lo spinsero sul Falzarego (dissero che furono anche gli operai della fabbrica delle sue biciclette, ma lui sempre negò). Magni in discesa sullo sterrato fece cose assurde e riprese Bartali e la maglia rosa Cecchi. Restò davanti soltanto Coppi, ma al traguardo di Trento, nonostante la penalizzazione della giuria per le spinte, Fiorenzo vestì in rosa. E Coppi per protesta fece ritirare tutta la squadra. Al Vigorelli di Milano Magni venne accolto dai fischi, entrò primo in pista e per rabbia quasi staccò gil avversari aggiudicandosi pure l’ultima tappa». [Conti 2002]

14.12.14

GRANDI CICLISTI DEL PASSATO

In un sito dedicato anche al ciclismo, mi pare giusto non far mancare la storia di grandi pionieri del ciclismo. Nomi che hanno fatto la storia di questo sport. Inizio con questa settimana a pubblicare alcune storie di grandi ciclisti. Inizio con Learco Guerra.

Sfogliando un qualsiasi libro o un enciclopedia del ciclismo, state pur certi che alla voce passista oltre alla definizione troverete di certo un nome e un cognome che ne incarna perfettamente la figura: Learco Guerra. Mentre forse, di questo formidabile corridore, non troverete mai aggettivi che ne possano descrivere totalmente la bravura, la maestria e la classe del prescelto.
Il buon passista si distingue nel gruppo per l’innata capacità di mantenere una velocità sostenuta per molto tempo, distribuendola nelle fughe solitarie per giungere nelle migliori condizioni fisiche fino al traguardo. Una categoria in cui spicca più la resistenza che lo scatto bruciante, capace quindi di poter emergere sia nelle grandi classiche che nelle gare a cronometro disseminate nelle maggiori corse a tappe. Ebbene, Guerra si è saputo distinguere fra i passisti di maggior estro di ogni epoca ed è riconosciuto come uno dei più formidabili e amati ciclisti di tutti i tempi.
Perfettamente integrato nei valori umani e morali dei primi anni del secolo scorso, il nostro eroe poneva il sudore e la fatica prima di ogni altra cosa anche nello sport. Un concetto puro, genuino, sano che è radicalmente opposto al ciclismo moderno e ai suoi protagonisti, immersi nel doping e in polemiche senza fine.

13.12.14

I NOCCIOLI DELLE ALBICOCCHE

A chi non è capitato dopo aver mangiato le albicocche, di conservare il nocciolo di farlo essiccare al sole, poi dopo qualche giorno mangiarlo? ATTENZIONE... Il seme dell'albicocca contiene cianuro e non bisogna mangiarne più di due semi al giorno. Alcune ricerche mediche utilizzano le sostante contenute quale terapia alternativa per la cura dei tumori.

Giro di Sabato 13 Dicembre

12.12.14

Marche Marathon: il 3 maggio si va a San Benedetto



Sarà la Granfondo San Benedetto del Tronto - FRW la seconda prova in abbonamento del circuito marchigiano, al quale sarà possibile aderire fino al 28 febbraio versando una quota di 140 euro. Otto le manifestazioni comprese nel pacchetto, mentre per la cronosquadre del 22 febbraio a Porto Recanati (Mc) prevista un’iscrizione di 50 euro a team.

La seconda prova in abbonamento del Marche Marathon Ciclo Promo Components - Trofeo Named Sport si terrà domenica 3 maggio 2015 a San Benedetto del Tronto (Ap), splendida città della riviera adriatica. Si tratta della 6a Granfondo San Benedetto del Tronto - FRW, che anche nel 2015 partirà e arriverà in Viale Buozzi, punto finale della cronometro della Tirreno-Adriatico. Due i percorsi previsti dalla manifestazione: 140 chilometri (2300 metri di dislivello) e 86 chilometri (1100 metri di dislivello). Tracciati impegnativi e davvero molto suggestivi, che porteranno i partecipanti a toccare località ricche di arte e storia e ad ammirare stupendi paesaggi collinari, senza dimenticare lo splendido lungomare di San Benedetto. Grande novità del 2015 sarà la “cronogruppi” all’interno della granfondo per ciclisti che non siano della stessa squadra. Ulteriori dettagli sul sito dell’evento.

Master Club Circuito Tricolore: ecco la prova di Amelia



Il 21 giugno 2015 appuntamento con la seconda prova in abbonamento del circuito, la Granfondo dei Colli Amerini, che porterà i partecipanti ad immergersi in un territorio ricco di bellezze storiche e naturalistiche. Fino al 31 dicembre sarà possibile abbonarsi al Master Club versando una quota di 90 euro, che sarà poi di 100 euro fino al 30 aprile.
Il 21 giugno 2015 il Master Club Circuito Tricolore farà tappa nella stupenda Amelia (Tr), per la seconda prova in abbonamento del calendario, la Granfondo dei Colli Amerini. Due i percorsi agonistici (125 e 100 chilometri) e uno cicloturistico (57 chilometri). Tracciati che porteranno i partecipanti a pedalare tra verdi colline ricoperte di oliveti e vigneti e bellissimi boschi di macchia mediterranea, senza dimenticare gli affascinanti centri che saranno toccati dalla manifestazione: Penna in Teverina, Giove, Attigliano, Lugnano in Teverina, Alviano, Guardea, Montecchio, Melezzole, Castel dell'Aquila, Sambucetole e Porchiano. Chi vorrà potrà anche fermarsi per ammirare gli splendidi panorami che in alcuni punti del percorso si aprono allo sguardo, regalando immagini davvero da cartolina. Tutta la logistica sarà concentrata nel chiostro di Palazzo Boccarini, cioè all'interno del centro storico, cinto dalle famose mura ciclopiche amerine. Diverse le promozioni e le attività collaterali allo studio dell’organizzazione, visionabili sul sito dell’evento.

11.12.14

L'IMPORTANZA DEL FUORI SOGLIA (parte 4°)

Capacità polmonare e acidosiLa capacità polmonare è un altro di quei parametri importanti per valutare la capacità atletica di un corridore, anche perché capacità polmonare e acido lattico sono due discorsi strettamente legati. Vediamo come. Come abbiamo detto, l’acido lattico si accumula nei muscoli quando il lavoro svolto richiede tanto ossigeno o, meglio, certamente troppo per quello che si riesce a inalare con la respirazione. Una buona capacità polmonare, quindi, è indispensabile per riuscire a introdurre la più alta quantità di ossigeno - che si misura in litri - all’interno dell’organismo. Ma non solo. Al tempo stesso, infatti, l’ossigeno introdotto deve necessariamente essere trasportato dai polmoni, attraverso il veicolo per eccellenza che è il sangue, ai muscoli. Per fare ciò, il sangue deve essere ricco di ferro, che funziona un po’ come il mezzo necessario per la veicolazione dell’ossigeno. Chi ha carenze di ferro, dunque, non riesce a trasportare la giusta quantità di ossigeno ai muscoli, seppure in grado di inalarne il massimo possibile. La cosa è avvalorata, come abbiamo detto spesso anche in altre parti della rivista, dall’importanza che risiede nei valori ematici relativi al ferro. E un’ulteriore conferma del grande uso che si fa del ferro, poi, la troviamo nel fatto che i corridori, ma anche altri atleti di sport aerobici come il ciclismo, vale a dire la maratona e lo sci di fondo, solo per citarne alcuni, vanno spesso incontro a carenze specifiche di questo componente, che va, pertanto, ricercato nell’alimentazione. Dunque, buona capacità polmonare e ferro in abbondanza nell’organismo sono componenti essenziali relativamente all’argomento di cui stiamo parlando.

Nuove teorieEsiste, tuttavia, una teoria relativamente recente in merito alla capacità polmonare e che accettiamo, almeno in parte, soprattutto per non scoraggiare chi, malgrado gli sforzi, non riesce a migliorare di molto il proprio valore di soglia anaerobica. Tale teoria dice che gli atleti che non riescono a sviluppare una grande capacità

10.12.14

Grandi ciclisti del passato: BEPPE SARONNI

Nato a Novara 22 settembre 1957. Vinse tra l’altro due Giri d’Italia (1979, 1983), un campionato del mondo (1982), unaMilano-Sanremo (1983), un Giro di Lombardia (1982), una Freccia Vallone (1980), un Giro di Svizzera (1982), un campionato italiano (1980).
Il debutto alla Sei giorni di Milano
• Figlio di un ex corridore e lontano parente per parte di madre di quel Pierre Brambilla che arrivò terzo al Tour del 1947, nonché del Brambilla (Giuseppe) che vinse il Giro di Lombardia del 1906, dotato di un notevole spunto veloce che gli veniva dall’attività su pista (un titolo europeo junior nella velocità e un ottavo posto nell’inseguimento alle Olimpiadi di Montréal), Saronni debuttò tra i professionisti ancora diciannovenne, nella Sei giorni di Milano del 1977: «Lo stesso anno coglie il primo successo su strada nel Trofeo Pantalica. Si impone all’attenzione generale arrivando secondo nella Milano-Sanremo del 1978, che meriterebbe di vincere. La classica d’apertura diventerà la sua ossessione». [Ferretti e Frasca, 2008]
Il boom al Giro del 1979
• Saronni si impose all’attenzione generale vincendo a sorpresa il Giro del 1979: «Moser inzia il Giro a spron battuto, recita da mattatore, una settimana in maglia rosa e due successi contro il tempo, nel prologo e a Vieste. Ma a Pesaro la corsa cambia umore, o meglio succede l’inaudito: nella cronometro che porta a San Marino Moser prende legnate da Saronni, quasi 90 secondi lo dividono dal rivale e dal suo sorriso beffardo. La maglia cambia detentore e chi la indossa la porterà a Milano. Moser patisce anche una congiuntivite, ma non cerca scuse. Si incupisce, parla il meno possibile. La scarsa simpatia fra i due matura verso il silenzio, cioè il nulla. Si parlano sempre più a distanza, a mezzo stampa. I giornali se la godono». [Gds 2009] 
Il Mondiale e la Sanremo, finalmente

9.12.14

Gran Trofeo Gs Alpi: Torino la grande novità


La Granfondo Internazionale Torino del 6 settembre sarà la grande novità del 2015. Griglia dedicata agli iscritti del Gran Trofeo Gs Alpi. A fine dicembre scade il termine per la 2ª griglia abbonati.
Senza dubbio è la grande novità del 2015: la Granfondo Internazionale Torino, a quasi un anno di distanza, sta facendo molto parlare di sé. Anche le iscrizioni volano e già da qualche settimana hanno passato quota 1000 adesioni.
La Granfondo Torino sarà la penultima prova del Gran Trofeo Gs Alpi, unico circuito al quale ha deciso di appartenere in questo anno di esordio, essendo ovviamente quello di "casa" Gs Alpi.
Una granfondo che sarà un vero e proprio evento torinese, dedicato non solo ai ciclisti, ma anche a tutta la cittadinanza, che troverà qui un momento di svago e di divertimento, grazie alle tante attività collaterali messe in agenda.
La Granfondo Torino non prevederà le griglie così come sono normalmente note: saranno infatti solo tre i settori che ospiteranno i 5000 ciclisti (numero massimo ammesso). La prima griglia destinata alla solidarietà a chi verserà 100 euro in più della quota di iscrizione (tale quota può essere versata anche dagli abbonati), che andranno devoluti ad un ente ancora in definizione, la seconda griglia riservata agli abbonati al Gran Trofeo Gs Alpi e la terza, ed ultima griglia, che ospiterà tutti gli altri.

L'IMPORTANZA DEL FUORI SOGLIA (3° parte)

Come resistereMa c’è una cosa, sopra tutte, che è necessario allenare e che è, poi, l’oggetto di questo articolo: la capacità di pedalare fuorisoglia. Anche il corridore con molta potenza, per vincere le corse, deve necessariamente fare i conti con il fuorisoglia. Per gli sforzi estremi, che sia uno scatto per affrontare una salita oppure per andare in fuga e mantenere il distacco fino all’arrivo o, infine, per battere gli avversari in volata, la capacità di pedalare fuorisoglia è quella che fa quasi tutta la differenza tra un vincente e un piazzato. Ma cosa significa saper pedalare fuorisoglia? In parole semplici e un po’ brutali, ma senza ombra di dubbio efficaci per capire di cosa parliamo, si tratta di riuscire a vincere il dolore e la fatica che l’acido lattico, così come abbiamo spiegato, comporta. È impossibile, in altre parole, riuscire a fare “il buco” in salita o in pianura, oppure scattare a ripetizione e con efficacia, senza superare il valore di soglia. E conoscendosi, del resto, si è in grado di sapere per quanto tempo si ha la capacità di pedalare a tale valore. Diciamo comunque subito che la cosa è limitata. Se con un buon allenamento, infatti, si riesce a pedalare al di sotto del valore di soglia anche per diverse ore, tale capacità scema rapidamente quando si pedala al di sopra della soglia, fino a raggiungere valori, nel migliore dei casi, che raramente arrivano all’ora di esercizio. Ma immaginiamo di essere in corsa e di scattare a circa dieci kilometri dall’arrivo. Alla velocità di cinquanta orari, che un professionista certamente ha nelle gambe e così anche un cicloamatore evoluto e vincente, si tratta di pedalare “a tutta” per circa dodici-tredici minuti. La cosa, seppur di breve durata, è molto affaticante. Certamente preclusa, comunque, a chi non è in grado di pedalare fuorisoglia.

Miglioramento generaleMigliorando la soglia anaerobica, poi, si migliorano, di conseguenza, anche tutte le altre soglie di riferimento e, in ultima analisi, tutte le velocità teoriche mantenibili ai vari livelli di intensità fisica. Spieghiamoci meglio. Al valore di soglia si andrà a velocità maggiore, così come, rispettivamente, ai vari valori relativi di fondo medio e lungo. Quando si pedalerà in scioltezza, poi, non si faticherà quasi più e si potrà farlo per un periodo di tempo molto più lungo, così come in corsa si riuscirà a pedalare molto più spesso in condizioni di “recupero attivo”.

5.12.14

LA MANDORLA UNA RISERVA DI MAGNESIO

Ricca di principi nutritivi, la mandorla e’ un integratore dietetico naturale, che contrasta debolezza e depressione grazie alle grandi quantità di magnesio, contribuendo ad alleviare i disturbi femminili legati al ciclo.
La mandorla dolce e’ un piccolo scrigno di salute, grazie all’alto contenuto di grassi insaturi, di vitamina E, di tanto magnesio e di proteine vegetali di buona qualita’.Doti che ne fanno un alimento ideale per i vegetariani e nei casi di convalescenza, astenia, demineralizzazione, dermatosi e stitichezza.Per il loro alto contenuto calorico (100 grammi contengono ben 570 calorie), le mandorle non devono essere considerate un gustoso fine pasto bensi’ un alimento vero e proprio.Il particolare e originale equilibrio di minerali, vitamine, proteine e grassi, ne fa soprattutto un rinforzante del sistema nervoso, costituendo un sano e saporito antidepressivo naturale.La ricchezza di grassi, anche se insaturi e dunque alleati dell’organismo, raccomanda la massima attenzione alle combinazioni alimentari.Questo seme-frutto si associa in maniera eccellente con la frutta acida, conche’ con le verdure e gli ortaggi in generale.L’unione con la frutta acida puo’ sembrare azzardata, per il contrasto dei sapori; in realta’, il cocktail tra le tre vitamine idrosolubili, in particolare la C, con quella miniera di magnesio che e’ la mandorla, permette una combinazione tra le piu’ salutari per il sistema nervoso e il sistema immunitario, aiutando l’organismo ad assorbire meglio il magnesio.

Amiche del cuore

Le mandorle sono molto efficaci per ridurre il colesterolo. Questa proprietà è dovuta all’elevato contenuto di fibre, ma anche di Fitosteroli e Acidi Grassi insaturi, in particolare l’acido oleico, lo stesso acido grasso che si trovano nell’olio d’oliva.Una manciata di mandorle è sufficiente a fornire fino al 90% della razione giornaliera raccomandata di Omega-3.I FitosteroliLe Mandorle hanno un alto contenuto di Fitosteroli. 25 mandorle ne contengono circa 35 mg. I Fitosteroli sono composti che hanno una struttura molto simile al colesterolo. Questa somiglianza tra i fitosteroli e il colesterolo fà si che a livello intestinale ci sia un minor assorbimento di colesterolo.
Antiossidanti
Le mandorle sono ricche di antiossidanti, tra cui la vitamina E. Il ruolo degli antiossidanti è quello di proteggere le cellule contro i danni dei radicali liberi. I radicali liberi causano danni al nostro corpo nello stesso modo in cui la ruggine danneggia il metallo. L’ossidazione causata dai radicali liberi accelera il processo di invecchiamento e aumenta il rischio di tumori. Non ci sono conferme ufficiali ma si crede che le mandorle offrano una discreta protezione contro alcuni tipi di tumori. La dieta del Cuore

4.12.14

Percorso da favola alla Granfondo Firenze De Rosa


Sarà il Mugello, regione storica della Toscana a nord est di Firenze, la meta dei percorsi della Granfondo Firenze De Rosa del prossimo 19 aprile. 140 chilometri il granfondo, 95 chilometri il mediofondo, tanta salita, mai impossibile, e spettacolari scenari saranno i compagni di viaggio dei partecipanti. Quota promozionale sino al 31 dicembre.
 La Granfondo Firenze De Rosa del 19 aprile 2015 non sarà solo una ricca opportunità per godersi una tra le più belle città al mondo, ricca di storia e di cultura, ma anche una splendida occasione per scoprire uno dei territori più affascinanti della Toscana: il Mugello. 
Partiti dal Parco delle Cascine, i ciclisti verranno portati in modalità cicloturistica attraverso lo spettacolare centro storico di Firenze, per sfociare all'inizio della prima fatica di giornata: la salita di Fiesole. Poco più di cinque chilometri con pendenze mai arcigne, che permetteranno al folto gruppo di allungarsi e darne la giusta connotazione. Chi non sarà impegnato a tenere le ruote dei più forti, potrà alzare gli occhi e godersi lo spettacolo della vista panoramica su Firenze. 
Giunti all'abitato di Fiesole si continuerà a salire, in maniera più dolce e

3.12.14

Il consiglio di amministrazione del MPCC ha sospeso la Neri Sottoli fino a ottobre 2015

Il 21 ottobre scorso, in occasione dell'ultima assemblea generale del Movimento per un Ciclismo Credibile (MPCC), la totalità delle formazioni appartenenti all'associazione avevano richiesto un supplemento di verifica per il caso della Neri Sottoli, chiedendo al team manager della formazione toscana Angelo Citracca ulteriori spiegazioni. A seguito del successivo incontro (in cui la squadra era stata rappresentata dal direttore sportivo Serge Parsani), il consiglio di amministrazione del MPCC ha deciso dall'unanimità di sospendere la Neri Sottoli dall'associazione con effetto immediato e sino all'assemblea generale dell'ottobre 2015.
Il consiglio di amministrazione ha poi preso atto della decisione della federazione kazaka di sospendere l'attività dell'Astana Continental: in caso di ritorno alle competizioni della squadra asiatica, il MPCC ha stabilito che la formazione, appartenente all'associazione presieduta da Roger Legeay, debba autosospendersi per cinque settimane, come previso dal regolamento interno del MPCC.
Infine è stata accettata la richiesta di adesione avanzata dal Team Stölting, formazione Continental tedesca.

L'IMPORTANZA DEL FUORI SOGLIA (parte 2°)

Si deve allenareIl valore di soglia anaerobica, dunque, è variabile, ma, soprattutto, è allenabile. E anche se le oscillazioni di tale valore non possono raggiungere dei “range” elevatissimi, bisogna convincersi che c’è un’enorme differenza tra chi ha un valore di soglia molto basso e chi, invece, lo ha molto alto. A questo punto,però, bisogna fare un inciso: il valore di soglia non è l’unico parametro per valutare la capacità di un atleta e questo concetto lo spiegheremo più avanti. Per ora, invece, occupiamoci del valore di soglia. Come detto prima, il valore di soglia è allenabile, e molti degli esercizi che vengono svolti in bicicletta (o che dovrebbero essere svolti...!) tendono proprio a modificare tale valore, spostandolo il più possibile verso l’alto. Infatti, un valore di soglia più alto permette di pedalare, nella grande maggioranza delle situazioni di corsa, al di sotto di tale soglia e, quindi, in definitiva, di iniziare ad accumulare l’acido lattico nei muscoli più tardi degli altri. L’esempio più pratico è quello che vede due corridori con soglia l’uno di 165 e l’altro di 175 battiti, e che per pedalare a una velocità di riferimento devono spingere il proprio cuore fino a pulsare per 170 battiti al minuto. In questo caso, ovviamente, il primo si trova a dover pedalare in condizioni di fuorisoglia, mentre l’altro, viceversa, ancora al di sotto di tale valore. Il primo ciclista, dunque, accumulerà l’acido lattico fino a che non potrà più sostenere il dolore muscolare; il secondo, invece, potrà continuare a pedalare per molto altro tempo.

Altri fattoriCome abbiamo scritto sopra, il valore di soglia non è, però, l’unico valore da considerare, e prima di andare avanti, adesso, dobbiamo almeno accennare agli altri: si tratta della potenza che si riesce a erogare al valore di soglia e della capacità di lavorare in fuorisoglia. La prima dipende dalle proprie qualità e, in gran parte, dalla bontà dell’allenamento svolto; la seconda, invece, dipende per la maggior parte dalle proprie caratteristiche e, in secondo luogo, dall’abitudine che si ha a lavorare a tale valore. In presenza di due corridori della medesima statura e stazza atletica e che, per giunta, hanno la stessa soglia anaerobica, potrebbe infatti esserci una differenza di potenza. Alla stessa soglia, cioè, i due potrebbero avere, ad esempio, cento watt di differenza. In altre parole, se i due pedalano allo stesso valore cardiaco, chi ha più potenza sarà in grado di mantenere una velocità più alta. La soglia, dunque, va allenata insieme alla potenza. Le due qualità, in altre parole, devono crescere insieme. E forse, addirittura, è più importante la seconda della prima.

Profumo di Tirreno-Adriatico alla Gf San Benedetto del Tronto - FRW


Partenza e arrivo da Viale Buozzi, che da anni è ormai punto finale della cronometro della Corsa dei due mari. Due i tracciati previsti alla manifestazione del 3 maggio 2015: 140 e 86 chilometri. Percorsi che metteranno alla prova le doti dei partecipanti, offrendo loro anche scorci e paesaggi di grande bellezza. Le iscrizioni chiuderanno a quota 2000 partecipanti.  Immergersi nell’atmosfera della Tirreno-Adriatico. Attendere la partenza dalla griglia con negli occhi le immagini dei professionisti che pedalano a ritmo indiavolato. Giungere al traguardo, stanchi ma soddisfatti, e immaginare la folla che fa il tifo per questo o quel campione. Sono queste alcune delle emozioni che potranno vivere coloro che il 3 maggio 2015 prenderanno parte alla 6a Granfondo San Benedetto del Tronto – FRW, manifestazione in programma nella stupenda città della costa adriatica, che partirà e arriverà da Viale Buozzi, che da anni è ormai punto finale della cronometro della Corsa dei due mari. Una volta partiti, sia coloro che sceglieranno il
lungo di 140 chilometri (2300 metri di dislivello) che coloro che opteranno per il corto di 86 chilometri (1100 metri di dislivello) pedaleranno per un tratto pianeggiante e poi affronteranno la salita di Monsampolo, dove si inizieranno a scaldare i muscoli. Dopodiché via lungo strade in falsopiano prima e fatte di mangia e bevi poi, fino ad arrivare alla suggestiva Offida, il cui centro abitato presenta una pianta irregolare. Da qui si proseguirà verso l’antico borgo di Castignano lungo un percorso di otto chilometri di strappi “tagliagambe”. Proprio da questo tratto i ciclisti potranno ammirare i calanchi, quell’affascinante fenomeno geomorfologico di erosione del terreno provocato dal dilavamento delle acque su rocce argillose degradate. Si pedalerà quindi verso Rotella e poi al chilometro 47 avverrà

2.12.14

Grandi ciclisti del passato: GIANNI MOTTA

Gianni nasce a Cassano d'Adda il 13 marzo 1943. L'Europa è sconvolta dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale e sono tempi duri per tutti. Papà Enrico fa l'agricoltore e gestisce la sua cascina di Groppello, una frazione di Cassano situata sulla strada che conduce ad Inzago. Dopo la fine della guerra, in casa Motta, nel '47, nasce Lino. Mamma Regina cresce i due ragazzi che già in giovane età, cominciano ad aiutare il papà nei campi. Gianni cresce longilineo e nel suo tempo libero suona la fisarmonica e la tromba nella banda musicale di Cassano. All'età di 14 anni trova un posto di lavoro a Milano come pasticcere nell'omonima industria dolciaria. Ogni giorno, per raggiungere il suo posto di lavoro, percorre il tratto Groppello-Inzago-Gorgonzola-Milano e ritorno in sella ad una bici blu. E' il periodo in cui la bicicletta è la vera regina della strada, sono i tempi di Coppi, Bartali e Magni. Sulla statale Gorgonzola-Milano si formano dei gruppetti degni delle corse vere, con tanto di volate in prossimità dei cartelli indicatori delle località, che rappresentano una sorta di traguardi volati. Vedendo

1.12.14

PERCHE' FAR GIRARE VELOCEMENTE LE GAMBE

E' la precondizione per diventare un buon Ciclista. Si tratta di imparare a far girare le gambe fluidamente riuscendo a mantenere la struttura corporea sostanzialmente immobile o detto in altri termini durante il ciclo della pedalata il Ciclista non dovrà avere oscillazioni del tronco.
Quello che occorre imparare lo si può vedere bene quando i corridori sono in gruppo: tutti possono notare che il movimento delle gambe ha una regolarità di un orologio mentre il tronco rimane immobile.
Come obbiettivo minimo da raggiungere occorre puntare a non meno di 80 pedalate al minuto come ritmo normale della pedalata per poi raggiungere le 95/100 pedalate al minuto quando si vuole andare forte.
Pedalare velocemente ha una diretta implicazione sulla potenza che si trasmette alla pedivella.

L'IMPORTANZA DEL FUORI SOGLIA (parte 1°)

Chi vuole arrivare prima degli altri deve andare forte. Anzi, fortissimo. Ma per pedalare con il vigore necessario a raggiungere l’obiettivo, l’organismo, molto spesso, deve riuscire a produrre sforzi che portano la frequenza cardiaca oltre il valore di soglia. È molto faticoso e nel farlo ci vuole determinazione. Eppure, se si vuole arrivare davanti, il fuorisoglia è necessario.Se da un lato è importante sviluppare delle doti in grado di innalzare la soglia anaerobica, cosa che, del resto, abbiamo visto durante tutti i mesi precedenti, è anche vero, dall’altro lato, che, soprattutto in alcuni tipi di ciclismo, riuscire a pedalare fuorisoglia fa la differenza tra un corridore vincente e uno che è destinato a vedere sempre le ruote degli avversari davanti a sé. È una delle dure leggi del ciclismo e, sotto certi aspetti, è anche un po’ crudele. Ma è la realtà! E se è vero che ognuno di noi è legato indissolubilmente alle capacità che Madre Natura gli ha donato, vale a dire la “cilindrata del motore”, possiamo star sicuri che tale qualità, così come quella della capacità di lavorare in fuorisoglia, può essere allenata e sfruttata anche al cento per cento delle proprie possibilità.

28.11.14

Ancora Pantani con i suoi scatti......

VENTENNALE PRESTIGIOSO PER IL PRESTIGIO...

Questo circuito ci ha ormai abituati a grandi eventi, ci ha portati a visitare e a percorrere salite epiche. Oltre alle prove ormai MONUMENTALI, quali: la via del Sale, la 10 Colli, la 9 Colli, la Campagnolo ora Sportful, la Maratona delle Dolomiti e la Pinarello, prove ormai storiche, che nel corso degl'anni sono state affiancate  a granfondo come quella di Deiva nello splendido scenario delle 5 Terre, poi sostituita dalla Colnago ora Scott, alla bellissima e altrettanto temuta Oeztaller di Solden, che ha fatto parte di questo circuito per molti anni, solo ultimamente è stata in parte abbandonata poi ritrovata, a Laigueglia,  sono state inserte anno per anno prove altrettanto belle ed indimenticabili. 
Dalla Costa Smeralda in Sardegna , al temutissimo e durissimo  Zoncolan nella Carnia Classic, alla Fausto Coppi di Cuneo, alla Pantani con il Gavia, Mortirolo e Santa Cristina, ai Sibillini, alla Marmotte con L'Alpe d'Huez  sua Maestà il Galibier e il Col du Glandon; la Straducalele con il Catria e Nerone, alla Vernaccia nel paese delle 100 torri medioevali di S. Gimignano, poi ancora in Sicilia, in Spagna ed addirittura una capatina a New York. Emozioni indimenticabili.   
Tutto questo, che poteva essere considerato il top, è nulla in confronto a quanto ci riserverà il 2015 per il ventennale. 

27.11.14

LA DIETA PER SCONFIGGERE IL FREDDO

Pasta, pane e alimenti facilmente digeribili. Questa la dieta per combattere il freddo, diffusa dal Dipartimento di Sanità Pubblica della Azienda Usl di Bologna, che raccomanda di mangiare poco e spesso, meglio se pasti e bevande caldi.In questo periodo di temperature rigide poi, è bene consumare adeguate quantità di liquidi e di cibi, così da soddisfare le aumentate richieste metaboliche, finalizzate alla produzione di maggiore calore interno. Due litri di liquidi al giorno sono la quantità preferibile, da consumare sotto forma di tè, tisane, o spremute d'arancia. Nel piatto, invece, non dimenticare frutta e verdura, ricche di vitamine e sali minerali, utili per difendersi dalle insidie del gelo. In generale, tutti gli alimenti contenenti beta carotene – come carote, zucca, patate, pomodori, spinaci, carciofi, barbabietole rosse, broccoli, cavolfiori, peperoni - e vitamina E – quali mandorle, nocciole, olio d'oliva - sono in grado di stimolare le difese immunitarie. Un decalogo per resistere al freddo pubblicato dal Ministero della Salute Bella da far morire. In molte città sta arrivando in questi giorni la neve e ad essere felici non sono solo i bambini. Tuttavia, le temperature basse associate e gli sforzi fisici, soprattutto di sciatori e spalatori improvvisati, possono causare gravi danni ai cuori meno allenati.A lanciare l'allarme è una ricerca condotta da alcuni scienziati della King's University di Kingston, in Canada, e pubblicata su Clinical Research in Cardiology. I medici canadesi hanno esaminato i dati di 500 persone ricoverate presso l'ospedale della cittadina nord-americana nelle ultime due stagioni invernali, scoprendo che nel 7 per cento dei casi (pari a 35 pazienti), la crisi cardiaca si era verificata nel momento in cui spalavano la neve.Il cardiologo Adrian Baranchuk, che ha dato vita alla ricerca, sottolinea: “si tratta di un numero enorme. E soprattutto occorre considerare che alcuni. Leggi la seconda parte

PASSO DELLO STELVIO GRANFONDO

INFORMAZIONI SULLA CORSA (2014)
Il Mortirolo e lo Stelvio sono due delle salite più belle e dure del mondo, salite che riecheggiano i nomi di campioni come Fausto Coppi, Marco Pantani e molti altri. Una tappa del Giro d’Italia 2012 ha affrontato entrambe le salite consecutivamente ed è certamente stata una delle tappe più massacranti ed entusiasmanti della corsa rosa. L’1 Giugno 2014, per la terza volta, la Granfondo Stelvio Santini ti darà la possibilità di metterti alla prova su queste leggendarie salite, pedalando contro te stesso e affrontando le avversità così come hanno fatto alcune delle più grandi icone del ciclismo mondiale.
È possibile affrontare tre diversi percorsi – corto (60km), medio (137,9 km) e lungo (151,3 km). Ogni corridore riceverà la maglia da ciclismo Granfondo Stelvio Santini – fatta in Italia da Santini Maglificio Sportivo – come parte del proprio pacco gara. Se sarai in grado di conquistare lo Stelvio e completare la Granfondo, riceverai anche l’esclusivissimo cappellino ImadeIT, solo per chi taglia il traguardo!
Tratto dal sito della corsa

PRESTIGIO 2015 ..... UAUHHH CHE ROBA

Una edizione quella del Prestigio 2015, da ricordare da segnare negli annali. Il ventennale della manifestazione lascerà un segno ed un ricordo. Svelato il calendario del prossimo scudetto. Si va sullo Stelvio. Impresa da duri. E l'alternativa alla Maratona delle Dolomiti? La Mont Blanc di Courmayeur. Il Prestigio del ventennale si annuncia alla grande. E allora cominciamo a pianificare l'avventurosa rincorsa allo scudetto tricolore.  Si torna in Austria con le mitiche 4 salite della ormai immancabile avventura a Solden, con il Rombo come finale di giornata e che finale. Con i suoi 30 km ed oltre 1700 di dislivello. Il Monte Bianco quale alternativa alla Maratona, che quasi fa rimpiangere l'essere stati sorteggiati alla Maratona stessa. Poi Roma, che farà anche parte di un'altro circuito, quelle delle Capitali, con Torino e Firenze. E cosa dire dello Stelvio?, salita che non può mancare, che ogni ciclista almeno una volta nella vita deve affrontare.  In programma per il 7 giugno, oltre allo Stelvio da Bormio, si affronterà prima il Mortirolo... (che capperi!!!!)   
Uauhhh.... che annata che si prospetta, che Prestigio da affrontare......  

26.11.14

Master Club Circuito Tricolore: si parte il 1° maggio dall'Umbria



La prima prova in abbonamento del circuito sarà la 6a Granfondo Le Strade di San Francesco, in programma nella frazione perugina di Ponte San Giovanni. La manifestazione offrirà ai partecipanti percorsi ricchi di fascino e di bellezze. Fino al 31 dicembre sarà possibile abbonarsi al circuito versando la quota di 90 euro, che sarà poi di 100 euro fino al 30 aprile. 

Il 1° maggio 2015 a Ponte San Giovanni di Perugia si terrà la 6a Granfondo Le Strade di San Francesco, prima prova in abbonamento del Master Club Circuito Tricolore
La manifestazione, organizzata dal Team Bike Ponte e dal Veloce Club Perugino, prevede tre percorsi: 165 chilometri (dislivello di 1650 metri), 123 chilometri (dislivello di 1300 metri) e 78 chilometri (dislivello di 340 metri). Tuttavia, i tracciati potrebbero subire alcune modifiche nelle prossime settimane. La partenza avverrà alle ore 9.00 dal Centro di Vita Associativa di Ponte San Giovanni. I partecipanti potranno toccare località affascinanti come Bettona, Torgiano e Deruta, immerse nei paesaggi della verde Umbria, terra di santi e guerrieri, ricca di bellezze artistiche e naturalistiche davvero indimenticabili e famose in tutto il mondo. Tutti i dettagli sono disponibili sul sito dell’evento umbro

25.11.14

Granfondo Torino: iniziano le premiazioni con dieci mesi di anticipo


E' andato a Eric Marangon il primo dei tanti premi messi a disposizione dalla Granfondo Internazionale Torino del 6 settembre 2015. In quanto assegnatario del dorsale numero 1000, a Eric è stato concesso il privilegio di partire in prima griglia. Con lui andranno anche il dorsale 2000, 3000, 4000 e 5000. Iscrizioni agevolate fino al 31 dicembre.
 Con dieci mesi di anticipo la Granfondo Internazionale Torino inizia ad assegnare i premi. Come è ormai noto la filosofia delle numerose premiazioni, per la maggior parte di esse, non tiene conto delle capacità atletiche, ma si affida al caso, dando così a tutti le stesse probabilità di vincita.
Passata nei giorni scorsi la quota dei primi 1000 iscritti, si è pensato di premiare i fortunati possessori dei dorsali numero 1000, 2000, 3000, 4000 e 5000 con l'accesso alla prima griglia.
Il numero 1000 è stato assegnato dal caso a Eric Marangon, torinese di Almese, iscritto con il Team Cyclo. Un vero colpo di fortuna per Eric, che la Fortuna lo ha scelto tra i numerosi compagni di squadra iscritti insieme a lui.

24.11.14

Il 1° marzo tutti alla Granfondo Val di Cecina



Sarà domenica 1° marzo 2015 la giornata dedicata alla 12ª edizione della Granfondo Inkospor Val di Cecina. Logistica riconfermata e percorso di granfondo rinnovato. La prova darà il via al Giro del Granducato di Toscana. Iscrizioni già aperte. 
Riconfermata appieno l'area logistica situata presso il Palazzetto dello Sport, a poche centinaia di metri dal centro della cittadina livornese, dove i ciclisti troveranno tutti i servizi a loro necessari, così come il vasto villaggio espositivo. 
Le novità saranno invece sul percorso di granfondo, che diventerà più impegnativo con i suoi 140 chilometri e 2300 metri di dislivello. Resterà invece invariato il percorso di mediofondo. 
Maggiori dettagli verranno pubblicati nelle prossime settimane a seguito della precisa tracciatura satellitare dei percorsi. 
La Granfondo Inkospor Val di Cecina sarà anche valida come prova di apertura del Giro del Granducato di Toscana. 
Le iscrizioni alla manifestazione sono già aperte alla quota di 32 euro fino al 22 febbraio, per poi passare a 42 euro fino al 28 febbraio. I cicloturisti potranno iscriversi fino al 28 febbraio alla quota di 25 euro. 
Tutte le informazioni sulla Granfondo Inkospor Val di Cecina sono disponibili sul sito della manifestazione.
Tratto da:
Ufficio Stampa
Granfondo Internazionale Laigueglia 2015
Play Full - Agenzia Stampa

18.11.14

La Coppa Lombardia torna nelle Terre di Lambrusco

Quinta e penultima prova del challenge lombardo sarà la 43ª Granfondo Cooperatori Terre di Lambrusco del prossimo 14 giugno ad Albinea (Re). Tutto riconfermato rispetto alla precedente edizione, ma con una gradita novità gastronomica. 
Visto l'alto gradimento ottenuto dall'edizione 2014, la Granfondo Cooperatori Terre di Lambrusco Cantina Albinea Canali del prossimo 14 giugno, riconferma in pieno sia il percorso sia il programma, e aggiunge una gustosa novità. 
Un percorso ideale per una manifestazione di massa che, grazie alla sua lunga, ma mai impossibile, salita iniziale, attenua, se non addirittura elimina, ogni criticità delle partenze al fulmicotone. Già dopo poche centinaia di metri ogni partecipante prenderà il proprio passo senza essere costretti a dovere limare le ruote gomito a gomito a velocità elevate per decine di chilometri. 

Ancora tre i tracciati proposti dallo staff dell'ASD Cooperatori, il sodalizio reggiano organizzatore della manifestazione capitanato da Valentino Iotti e coordinato da Davide Motti: il mediofondo di 89 chilometri per 1850 metri di dislivello, il granfondo di 125 chilometri e 2500 metri di dislivello e l'Open Road, non agonistico, di 192 chilometri e ben 3800 metri da scalare. 

GF LAIGUEGLIA SI TORNA SUL PERCORSO ORIGINALE



Torna alle origini il percorso della Granfondo Laigueglia con lo storico arrivo a Colla Micheri. Partenza alle ore 9.00 da corso Badarò e da via Mazzini. Volano le iscrizioni. Solo 3000 i posti disponibili. 
 Torna al suo tracciato originale il percorso della Granfondo Laigueglia, che prenderà il via alle ore 9.00 in punto del prossimo 22 febbraio, con la sedicesima edizione. 
Chi prese parte alla precedente edizione sicuramente ricorda che si dovette variare l'arrivo a causa di una frana sull'Aurelia, pertanto nel 2015 i partecipanti potranno ripercorrere il percorso originale proposto con successo già da alcune edizioni, con l'ormai storico arrivo a Colla Micheri. 
Si partirà quindi da corso Badarò e da via Mazzini, in fronte al mare, alle ore 9.00, in direzione levante, attraversando gli abitati di Alassio ed Albenga, per giungere a Ceriale e inoltrarsi nell'entroterra ingauno. 
Affrontato il lungo falso piano del torrente Neva, giunti a Cisano sul Neva, il tracciato entrerà nel vivo. Dapprima una serie di mangia e bevi porterà i ciclisti a Cenesi, poi si inizierà a salire verso Bezzo, Arnasco, quindi tutta la balconata verso Vendone, quindi Costa Bacelega e la discesa su Ranzo per guadagnare il fondo valle del fiume Centa e dirigersi verso il mare.

17.11.14

GF DI ALASSIO IL PROSSIMO 8 MARZO ... LE MIMOSE SARANNO DI CASA PER LA FESTA DELLA DONNA !!!!

Lo splendido percorso della Granfondo Alassio Sixs
E' sicuramente il percorso più bello di tutte le manifestazioni della Riviera di Ponente quello della Granfondo Alassio Sixs del prossimo 8 marzo. Tanto mare, poi uno splendido entroterra per terminare sulla splendida panoramica del Santuario della Madonna della Guardia. 

Si pedala per oltre venti chilometri sullo splendido Mar Ligure 
Il percorso della 2ª Granfondo Internazionale Alassio Sixs del prossimo 8 marzo sarà identico a quello della prima edizione, se non per la partenza che verrà invertita nel senso di marcia per potersi innestare dopo poche decine di metri sull'Aurelia. In questo modo la sicurezza sarà ulteriormente aumentata. 
Si riproporrà dunque lo stesso tracciato estremamente gradito nell'edizione precedente, sviluppato su strade altamente panoramiche, mai noiose e con traffico ridotto anche dopo il lungo periodo di chiusura al traffico. 
Con una lunghezza di quasi 105 chilometri, il percorso cela un dislivello di poco inferiore ai 2000 metri di dislivello, che lo porta ad essere un osso duro per l'inizio di stagione, ma che sicuramente si presenta come un ottimo allenamento per il prosieguo di stagione. 
Innestati sull'Aurelia ci si dirigerà verso Ovest in direzione Imperia lungo 22 chilometri di spettacolare litoranea, durante i quali i due capi resi famosi dalla Milano Sanremo, il Capo Mele e il Capo Cervo, movimenteranno l'andatura. 

GRANFONDO DI TORINO PRIMA EDIZIONE IL 6 SETTEMBRE 2015

la Granfondo di Torino una delle tre che GF che faranno parte del Circuito delle Capitali, assieme a Firenze e Roma..........  Prima edizione questa, che certamente non mancherà di stupire. Percorso unico di 158 km con oltre 2400 metri di dislivello....... Un percorso nervoso, con una salita alla partenza ed una alla fine, poi una interminabile sequenza di salitozzi, tanti Monticini o poco più,  che renderanno nervosa la gara e che non mancherà di spaccare le gambe.....
Merita sicuramente di andare. iscrizione 50€. fino al 31/12
Il sito   http://www.granfondotorino.it

15.11.14



Giro con il gruppo, ritrovo a Faenza, Modigliana, Lutirano Monte Collina, Tredozio Monte Busca, discesa da Santa Maria in Castello, sosta veloce a Rocca san Cassiano per fare acqua, poi giù verso Castrocaro.  Direzione Faenza, da dove dopo averci accompagnati fino al Ponte Rosso, il gruppo è tornato verso Forlì mentre noi siamo tornati a Lugo.   Andatura da fondo lento, salita della Collina in agilità al medio con punta alla soglia negl'ultimi 300 m. Monte Busca  con rapporto 53/19 per i primi 4 km poi agilità 39/23 a 80/90 pedalate.  Tempo coperto ma senza pioggia, temperatura ideale.

BELLE IN BORGHESE FIGURIAMOCI IN DIVISA !!!