PAN

PAN
STA ATTENTO, CHE TI VEDO EH !!!

30.1.15

Beccugiano, Collina e Carnevale

Beccugiano Mt. 574 e Valico della Collina Mt 587
collegano S. Adriano (5 Km a valle di Marradi) con TredozioKm 18
Due passi che in successione uniscono le valli del Lamone con la valle del Torrente di Valle e la valle del Tramazzo-Marzeno. Possibili alcune deviazioni (eremo Gamogna - Modigliana - Lutirano) di seguito descritte).
Il valico inizia a Sant'Adriano, sulla statale 302 Marradese, 5 chilometri a valle di Marradi. La strada inizia subito a risalire il passo ed in soli 4,7 Km si porta al valico di Beccugiano (mt. 574) superando un dislivello di 314 metri (pendenza media 6,7%) Sul passo è possibile prendere deviazione sulla destra (non ci sono segnali) strada stretta ma ben asfaltata, che si ricongiunge nei pressi di Lutirano.
Proseguendo diritto (a sinistra della croce) si scende fino a quota mt 404 dove si trova un bivio, prendere a destra per Tredozio, (proseguendo diritto si giunge a Modigliana).Si prosegue quindi per circa 4 Km su strada che risale con lievi pendenze la valle del Torrente di Valle, fino a raggiungere la frazione Lutirano (metri 386).

In questa località troviamo una deviazione sulla destra che risalendo il Torrente di Valle conduce all'interessante Badia della Valle, e prosegue poi fino a Ponte Valle dove termina chiusa da una sbarra. Da questo punto parte un tratturo che conduce all'eremo di Gamogna.
A Lutirano proseguendo verso Tredozio inizia la ripida salita che immersa in una foresta di abeti, in circa 3 Km ci porta al passo di Collina (mt. 587) pendenza media 6,7%
Discesa di 3,2 Km, sempre fra abeti, con alcuni tornanti e curve da affrontare con attenzione, per giungere a

Monte Mauro e la sua Pieve

LA PIEVE DI SANTA MARIA IN TIBERIACOScrive il Quarneti nella sua "Toponomastica di Brisighella":
"Il toponimo dell'antico castello risulta dalle "Bolle pontificie" del 1151 e del 1179, "Castrum et Curtis Montis Alti", sede fortificata di una grossa azienda longobarda. Dal sec. XIII al XIX è documentato Maggiore. Un documento parrocchiale del 1713 cita " Ecclesia Montis Mauri" evidenziano che si tratta di "corrupto vocabulo" per Maior/Maggiore.
La pieve si trova poco sotto la cima di Monte Mauro. Il primo documento in cui si ricorda la pieve di Santa Maria in Tiberiaco risale al 932 in un atto di Onesto Abate del monastero ravennate di S. Giovanni e Barbaziano. Non è ancora accertato se la pieve fosse all'interno delle mura del castello.
La pieve, di proprietà della Curia imolese, nella sua storia ha avuto un'ampia giurisdizione.
I resti dell'edificio, costruito parzialmente in blocchi di gesso e risalente all'ottocento, erano ridotti al campanile ed a parte dell'abside.
Attualmente è in corso una discutibile ricostruzione (si tratta in sostanza di un clamoroso "falso storico") che ha già danneggiato l'ambiente e che, se portata a termine come da progetto con la costruzione dell'annessa "canonica" e della "foresteria", verrebbe a determinare un grave impatto ambientale (foto a sinistra).
La presenza di grotte, doline e diffusi fenomeni carsici in una delle zone più integre della Vena del Gesso non sopporterebbe un edifico delle dimensioni pensate ed il conseguente afflusso e permanenza di persone

28.1.15

Sisifo nella Mitologia

IL MITO DI SISIFO
Sisifo, figlio di Eolo e fondatore della città di Corinto, fu secondo alcuni il più saggio e prudente dei mortali, secondo altri particolarmente incline al mestiere di brigante. Ciò su cui tutti concordano è la sua particolare dote di astuzia e scaltrezza: era colui che otteneva sempre qualcosa in cambio, tant’è che fu - si dice - il promotore del commercio. Divenne tristemente famoso per la pena eterna che gli dei gli inflissero quando discese definitivamente nel Tartaro. Così ce lo descrive Omero nell’Odissea: "E poi Sisifo vidi, che spasmi orrendi pativa che con entrambe le mani spingeva un immane macigno. Esso, facendo forza con ambe le mani ed i piedi su su fino alla vetta spingeva il macigno, ma quando già superava la cima, lo cacciava indietro una forza. Di nuovo al piano così rotolava l’orrendo macigno. Ed ei di nuovo in su lo spingeva e puntava; e il sudore scorrea pei membri e via gli balzava dal capo la polvere".

Ma perchè tanto accanimento? E' difficile infatti immaginare una punizione più inaccettabile del lavoro inutile e senza speranza, specie se faticoso fino allo stremo.La leggenda di Sisifo comprende numerosi episodi dei quali ognuno è la storia di un’astuzia. Si dice tra l’altro che ottenne l’amore di Anticlea, poi sposa di Laerte, la vigilia stessa delle loro nozze: fu così che venne concepito Ulisse, l’astuto per eccellenza. Ma particolarmente scaltro ed arguto Sisifo si rivelò proprio nel cimentarsi con gli dei. Si narra che quando Zeus

LE UNGHIE: UN LIBRO APERTO SULLA NOSTRA SALUTE

Le unghie sono composte da proteine, cheratina e zolfo; per questo cambiamenti o anormalità delle unghie, derivano spesso da carenze dietetiche o sono sintomi di malattie o condizioni patologiche in atto.
Le carenze alimentari provocano alcuni cambiamenti nell'aspetto delle unghie: La carenza di vitamina A e di calcio provoca mancanza di elasticità e fragilità delle unghie. La carenza di vitamine B provoca fragilità con striature verticali e orizzontali. Uno scarso apporto di vitamina B12 causa unghie secche, molto arrotondate, scurimenti, e estremità che si curvano. L'insufficienza di proteine, acido folico e vitamina C provoca la pipite (quando le pellicole cutanee ai bordi delle unghie si sollevano); strisce bianche indicano carenza proteica. Una insufficiente presenza di batteri come il lactobacillus causa infezioni micotiche attorno alle unghie. La mancanza di ferro causa righe verticali e unghie "a cucchiaio". Molto importanti in questi casi sono gli integratori di proteine (per costruire l'unghia nuova), vitamina A (per assimilare le proteine), calcio, magnesio e vitamina D (necessari per la crescita delle unghie), ferro, zolfo, lievito di birra, silicio, vitamina B (per irrobustire le unghie).

26.1.15

Storia di un Romagnolo d'altri tempi

Stefano Pelloni, meglio conosciuto come Il Passatore.... tra il mito e la realtà
Il Passatore è stato il più efferato tra i briganti romagnoli. Nacque nel 1824 a Boncellino di Bagnacavallo, paese nel cuore della Romagna, a una decina di chilometri da Ravenna, e fu ucciso nel marzo 1851 a Russi dal sussidiario della Gendarmeria pontificia Apollinare Fantini.Frequentò in gioventù una scuola privata, che tuttavia abbandonò alla terza elementare, dopo alcune bocciature.
Evaso durante un trasferimento ad Ancona, dove avrebbe dovuto scontare sia una pena a quattro anni di lavori forzati nella risistemazione della nuova darsena per il furto di due fucili da caccia, sia tre anni di detenzione per la fuga dal carcere di Bagnacavallo, e datosi alla macchia, entrò a far parte di un gruppo assai variabile come consistenza e zone d'azione, del quale (come uso tra i briganti dell'epoca) egli non divenne il vero capo, ma una importantissima figura di riferimento.

Il gruppo divenne in breve una banda sempre più numerosa, audace, agguerrita e capace di efferatissime violenze, che operò per tre anni nelle Legazioni Pontificie tenendo in scacco la gendarmeria grazie ad una vasta rete di spie, informatori, protettori, ricettatori, e addirittura uomini delle forze dell'ordine. Utili anche le connivenze con la popolazione più povera, ricompensata con i proventi dei suoi furti e rapine. Furono queste elargizioni che contribuirono a creare la sua fama di "Robin Hood" romagnolo. Anche Garibaldi fu indotto a considerare il Pelloni come un ribelle antipapale e antiaustriaco.
In realtà il Passatore fu considerato dai contemporanei nient'altro che un criminale: seminava gratuitamente violenza e uccideva con sadismo; è stato, ad esempio, l’unico brigante dell'Ottocento ad aver sezionato alcune vittime. [2] In un caso il Pelloni sparò a sangue freddo ad un uomo semplicemente perché uno dei suoi

23.1.15

SUDARE FA DIMAGRIRE?

Sudare molto per dimagrire tanto? Nonostante questa idea sia stata da più parti severamente smentita, molti ancora hanno questa convinzione. Il sudare molto non fa dimagrire, l'unico beneficio che si ha, è quello di riuscire ad espellere l'eccessivo calore del corpo umano. Infatti il sudore è un mezzo che il nostro corpo umano ha per dissipare calore, facendo abbassare la sua temperatura. Una eccessiva sudorazione se non correttamente integrata con liquidi, può determinare una pericolosa disidratazione che può portare anche a svenimenti. 
Ecco due articoli che meritano di essere letti attentamente. Il primo  sul sudore il secondo sul dimagrire facendo sport.

22.1.15

VIBRAZIONE IN DISCESA ... CHE SCAGAZZO !!!!


A qualcuno sarà capitato e probabilmente se lo ricorda con orrore, altri ne hanno sentito parlare o lo hanno solo visto: la bicicletta ad una certa velocità comincia ad oscillare vistosamente, in particolare manubrio e ruota anteriore, fino quasi a perdere il controllo o perderlo proprio con conseguente caduta (abbastanza raro per fortuna).
FILMATO DA SCAGAZZO
Questo fenomeno spesso viene chiamato “risonanza” o shimmy. In realtà le cose vanno un po’ distinte. In inglese si chiama propriamente  wobble l’oscillazione della parte anteriore (ruota, forcella, manubrio) attorno allo sterzo ad una certa velocità. Per le motociclette si conosce anche con buona approssimazione la frequenza a cui si innesca questo fenomeno: da 4Hz per le moto più pesanti fino ai 10Hz per quelle più leggere.In generale vale la regola che la frequenza di wobble cresce al crescere del trail ed al decrescere dell’inerzia dell’avantreno, ed è determinata (per le moto soprattutto) in gran parte dalla rigidità della carcassa del pneumatico anteriore e dalla flessibilità laterale della forcella.Nelle biciclette questo effetto è dovuto invece in gran parte alla combinazione di angolo di sterzo, rake forcella e momento di inerzia del tubo diagonale e  di quello orizzontale.Questo effetto puo’ facilmente verificarsi a medio-bassa velocità togliendo le mani dal manubrio, lasciando come unici punti di contatto tra bici e ciclista la sella ed i pedali, togliendo la funzione ammortizzante di mani e braccia. Questo fenomeno ovviamente è molto temuto in discesa, soprattutto se inaspettato, dato che la prima reazione spontanea da parte del ciclista è quella di irrigidirsi e stringere più forte il manubrio. Questa reazione pero’ porta ad incrementare l’effetto invece che smorzarlo. Più in dettaglio, ma senza entrare nelle descrizioni matematiche di questo effetto (che quasi sempre si combina con altri), lo shimmy avviene in discesa solo a certe velocità poiché è causato dagli effetti giroscopici (nutazione) della ruota anteriore che raggiunta una velocità critica somma la frequenza di

Rontana e la sua Pieve

LA PIEVE DI SANTA MARIA DELLA NATIVITA' DI RONTANA
L'etimologia del nome Rontana significherebbe "terra arida".Il primo documento in cui è attestata la pieve di Santa Maria della Natività di Rontana, risale al 17 novembre 891.Non è sicuro dove sorgeva questo luogo di culto, forse fuori dalla rocca di Rontana, a ponente del lato d'Angognano nel luogo chiamato la "Pieve Vecchia".Nel XII secolo, l'arciprete della Pieve di Rontana possedeva anche la rocca.
Non è noto sapere per quanto tempo la prima Pieve sia rimasta in auge, certo è che, ad un certo momento, la chiesa plebale fu costruita a sud della rocca, nel luogo chiamato "Rontana Vecchia".Diverse sono le ipotesi che riguardano la costruzione di questo secondo edificio: la distruzione della prima Pieve a causa di un terribile terremoto avvenuto nella notte del 1° maggio 1279 oppure una ribellione degli abitanti del luogo, verso il priore della Pieve, il quale aveva ceduto il controllo del monte di Rontana ai faentini.
Il terzo ed attuale edificio fu fatto costruire da Don Vincenzo Mazzotti, arciprete di Rontana nel 1858.Egli, verificata la necessità di numerosi restauri nel vecchio edificio, decise la costruzione di un nuovo luogo di culto, da costruire in una posizione migliore di quello precedente.L'attuale chiesa plebale è un edificio

20.1.15

NEVE: COSA FANNO I CICLISTI? Storie di vita vissute.....

Con l'arrivo della neve di questi giorni, niente bici per i ciclisti. Ma niente paura allenamento indor con i rulli. A questo rito non si sottraggono i ragazzi del Team. Vediamo come. Ieri Daviduccio ha rullato in casa difronte la finestra. Dopo un pò si è accorto che sul davanzale c'era un pettirosso che lo stava osservando imitandolo. L'uccelletto, sorreggendosi solo su una zampina con l'altra imitava la pedalata. Poi, dopo qualche minuto scuotendo la testa e dopo aver allargato le ali come dire: fat gombar... ha preso il volo. Il Boss dopo un'oretta di fatica ormai stremato ha alzato gli occhi al cielo ed ha visto un avvoltoio che stava volando in circolo con il bavaglino al collo una forchetta in una zampa ed un coltello nell'altra.... QUI MEGLIO FAR FESTA.. ha pensato. Paolino, dopo una settimana al cesso, ha deciso di spostare la bici da spinning nel bagno, sostituendo la sella con il Water, così non deve più correre dalla camera al bagno. Poi abbiamo i monelli. Questi, nella loro incessante sfida, hanno collocato tre rulli in fila e pedalano continuamente stando attenti a che uno dei tre non tenti una fuga. Picci negli intervalli ha spostato avanti il suo rullo di 10 cm. per essere davanti. (e' inutile non ti do punti). Da alcune indiscrezioni e da documentazione fotografica, si è scoperto che Miao, ha apportato una modifica alla turbina mangianeve sostituendo il motore con una vecchia MTB. Poi abbiamo Adriano, che non rinuncia alla bici, (sulla Bicocca i rulli non sono ancora arrivati) ha pulito il marciapiede attorno a casa e frulla tutto il giorno. Catia ogni otto giri, lo aspetta in un angolo di casa, Adriano urla PUL!, così lei con una fioda gli tira un boccone. A volte gli centra la bocca altre volte un occhio. Per i maccheroni non ci sono problemi, si aravaccia un pò con il sugo, ma va bè.. Il problema è per la minestra in brodo.... E così giro dopo giro, dalle undici alle 19.00. Niente rulli anche per la Robi, che ha piazzato davanti alla bici delle Poste, una piccola benna e così oltre ad allenarsi spala anche la neve per il centro di Bagnacavallo. Il ragioniere, ormai dedito solo alla MTB, non teme nulla e si allena sulla neve con le gomme chiodate. Niente paura prima di ferragosto la neve se ne andrà.....

19.1.15

Le Pievi: La Pieve di Tho..

Pieve di San Giovanni in OttavoPoco oltre un chilometro da Brisighella, si trova la Pieve più antica sorta nella Valle del Lamone detta “Pieve del Tho”. Le sue origini sono assai remote e la fanno risalire a Galla Placidia, figlia di Teodosio, che l’avrebbe fatta erigere con i resti di un tempio dedicato a Giove Ammone.L’epoca della sua costruzione è ignota, probabilmente sorse tra l’VIII e il X secolo.È detta “in ottavo” perché collocata all’ottavo miglio della strada (“Faventia”) romana voluta da Antonino Pio (3°sec. d.c.) che congiungeva Faenza con la Toscana. Suggestivo tempio in stile romanico, a pianta basilicale, a tre navate, divise da archi che poggiano sopra undici colonne di marmo grigio e una di Verona, molto diverse fra loro come spessore e larghezza (forse di materiale di reimpiego di un antico preesistente tempio dedicato al dio Giove Ammone). I muri della navata centrale, all’esterno, presentano pregevoli decorazioni di archetti e di lesene, poste fra le monofore. Un miliare romano con iscrizione dedicata ai quattro imperatori della decadenza (anni 376-378) , una lastra, ora paliotto dell’altare centrale (VIII-IX sec.) lapide funeraria in ceramica (XVII sec.), affreschi dei secoli XIV-XV-XVI, capitello corinzio (acquasantiera) del primo secolo d.c., altro materiale rinvenuto negli scavi, testimoniano l’antichità di questa “Chiesa-Madre” della valle del Lamone, oggi meta continua di visitatori, attratti dalla sua storia e dalle sue bellezze artistiche.

Grandi ciclisti del passato: Charly Gaul

Passato professionista nel 1951 esplose nel Tour de France del 1955, dove conquistò la maglia a pois come miglior scalatore. Fu arrampicatore ineguagliabile, soprannominato angelo della montagna per la facilità con la quale riusciva ad affrontare le salite usando rapporti molto leggeri, ma anche uomo di carattere ombroso, lunatico, soggetto a grandi cali di tensione che spesso lo portarono a clamorose controprestazioni.
Sapeva esaltarsi soprattutto in condizioni atmosferiche particolarmente inclementi. Fu così nella celebre tappa Merano-Monte Bondone, nel Giro d'Italia del 1956, quando in una giornata da tregenda, con neve e freddo tipicamente invernali, arrivò al traguardo con quasi 8 minuti di vantaggio sul secondo classificato (Alessandro Fantini) e più di 12 minuti su Fiorenzo Magni (che con una spalla fratturata reggeva il manubrio con un laccio stretto fra i denti). Gaul risalì così dal 24º posto che occupava alla partenza della tappa al 1º, primato che difese poi con successo fino all'arrivo a Milano.
Nel 1957 perse il Giro di Italia, quando durante una tappa confidando sul suo vantaggio si fermò a fare pipì e venne impietosamente attaccato dai suoi maggiori rivali (Louis Bobet e Gastone Nencini in testa).
L'anno successivo, per tutta risposta, pur avendo ceduto il Giro d'Italia ad Ercole Baldini, vinse il Tour de France. La vittoria al Tour arrivò negli ultimi giorni di gara. Nella 21.ma tappa da Briançon ad Aix-les-Bains (219 km, con cinque colli), Gaul attaccò subito sul primo colle, e fu una lunga fuga solitaria e vincente. Non riuscì a prendere la maglia gialla che fu indossata dall’italiano Vito Favero arrivato terzo, a oltre dieci minuti, ma due giorni dopo, vincendo la lunga cronometro da Besançon a Digione, riuscì a indossare la maglia gialla e a vincere il Tour.
Con la vittoria al Giro del 1959 vendicò lo "sgarbo" di cui era stato vittima l'anno prima. Anche in questo caso la vittoria fu ottenuta da Gaul con un'impresa epica. Era il 6 giugno 1959, penultima tappa del Giro, da

16.1.15

VITTORIO ADORNI

Vittorio Adorni (San Lazzaro di Parma, 14 novembre 1937) è un dirigente sportivo ed ex ciclista su strada italiano. Professionista dal 1961 al 1970, vinse il Giro d'Italia 1965 ed il campionato del mondo 1968. Carriera  Esordì fra i professionisti nel 1961 e nella sua carriera, durata dieci anni, raccolse numerosi successi. Fra tutti, la vittoria nel campionato mondiale su strada del 1968 ad Imola, dove vinse con un vantaggio di 9'50" su Herman Van Springel e 10'18" su Michele Dancelli. Nel suo palmarès anche il Giro d'Italia 1965, quando batté di ben 11'26" Italo Zilioli e di 12'57" Felice Gimondi; da allora simili vantaggi al Giro non si sono più ripetuti. Vestì complessivamente per 19 giorni la maglia rosa di leader del Giro d'Italia. In totale in carriera ha vinto 60 corse professionistiche.  Lasciata l'attività agonistica fu per un certo periodo commentatore televisivo. Per due anni fu poi direttore sportivo alla Salvarani e nel 1973 ricoprì lo stesso incarico alla Bianchi-Campagnolo. Ha poi ricoperto la carica di presidente del Consiglio del ciclismo professionistico all'interno dell'UCI (Unione Ciclistica Internazionale).



14.1.15

L'USO DI STEROIDI E' COSI' DELETERIO?

L'uso di sostanze anabulizzanti steroidi, è poi così deleterio? Cos'è il  testosterone e come funzione a livello muscolare.
Anzitutto dobbiamo tener conto che detta sostanza è prodotta naturalmente dal corpo umano, dai testicoli nella quantità di circa 50/75 mg a settimana. Come interagisce con i muscoli?  Il muscolo è costituito da migliaia di fibre contenenti proteine. Durante l'allenamento e durante gli sforzi fisici, queste fibre si lesionano, il testosterone provvede a ripararle. In questa operazione il muscolo aumenta di forza e di volume.   Il tempo naturale di recupero  è di circa 48 ore, con l'assunzione di testerone questo si  riduce anche della metà, consentendo di intensificare gli allenamenti e di potenziare il muscolo.  
Per motivi sconosciuti, quando un atleta si allena intensamente, il livello di testosterone presente nel corpo, si riduce drasticamente a livelli così bassi, paragonabili a quello di uomini castrati. Oltre a questo il corpo umano produce un'altro ormone, il glucocorticoide, che ha la funzione di sfiammare il musculo. Quest'ormone però ha un effetto collaterale è catabolico, cioè distrugge il muscolo. Quest'ultimo subisce così un doppio colpo: calo del testosterone e catabolismo dovuto ai glucocorticoidi.  L'assunzione di testosterone quindi andrebbe a sopperire a questa diminuzione e a combattere l'effetto deleterio del secondo ormone. Quindi? Forse un uso moderato di testosterone a livello delle quantità prodotte dal corpo umano potrebbe non essere poi così deleterio? In medicina questo viene prescritto per sopperire alla mancanza o riduzione della produzione naturale.
Come per tutte le sostanze assunte dall'uomo, la quantità è quella che fa la differenza. Un bicchiere di vino al giorno non da fastidio, anzi, mentre due litri magari si.  Un paio di uova a settimana magari non fanno schizzare il colesterolo alle stelle, una frittata con 6 uova a giorni alterni forse si.   
Un uso massiccio di testosterone nel tempo può dare seri problemi di salute.  Negli uomini i testicoli sostanzialmente vanno a sparire, non essendo più richiesta la loro opera, dato l'elevata quantità dell'ormone già in circolo. Tumori  ai reni, al fegato, e problemi cardiaci. Una riduzione dell'HDL (colesterolo buono) con aumento di placche all'interno delle arterie.   Anche una trasformazione fisica della fisionomia, acne nel viso e sulle spalle. Inoltre nelle donne la crescità di peluria in viso, l'imbruttimento, ingrandimento del clitoride.
L'interuzzione drastica dell'assunzione provoca vere e proprie crisi d'astinenza. Si può arrivare a crisi psichiche.
In questo sito, è possibile prendere visione di alcuni filmati molto interessanti   CLICCA

13.1.15

Grandi ciclisti del passato: ALFREDO BINDA il migliore ciclista del mondo

Binda, l'unico corridore al mondo pagato per non partecipare al giro d'Italia

Crebbe a Nizza, dove iniziò l'attività professionistica nel 1922; rimase in Francia fino al 1924, data alla quale aveva già vinto 30 corse. Vinse cinque edizioni del Giro d'Italia (1925, 1927, 1928, 1929 e 1933), record assoluto condiviso con Fausto Coppi ed Eddy Merckx; nell'arco della carriera conquistò complessivamente 41 tappe al Giro, record mantenuto fino al 2004, quando fu superato da Mario Cipollini.[2] In tutto rimase in testa alla classifica generale per 60 tappe. Nel 1927 vinse 12 delle 15 tappe del Giro,[1] e nel 1929 ben otto tappe consecutive: entrambi record imbattuti. A causa della sua manifesta superiorità, nel 1930 fu pagato dagli organizzatori per non partecipare al Giro, ottenendo 22 500 lire, una cifra corrispondente al premio per la vittoria finale e ad alcune vittorie di tappa.[1] Nel 1933 fu il vincitore della prima cronometro della storia del Giro: 62 km da Bologna a Ferrara. Non ottenne invece mai risultati di rilievo al Tour de France, al quale

8.1.15

Dal velocipide ad oggi.....

Il termine bicicletta nacque in Francia verso la fine degli anni 1860 e rimpiazzò il termine velocipede dal modello della High Bicycle in poi. (Bicicletta Alta, ma in italiano è anche conosciuta come “Gran Bi”) fu la logica estensione del progetto della boneshaker: la ruota anteriore venne enormemente ingrandita fino al limite della misura interna della gamba del ciclista (più larga era la ruota più lontano si andava con una sola pedalata), quella posteriore fu accorciata ed il telaio reso più leggero. Eugene Meyer viene ora considerato il padre della High Bicycle dalla ICHC al posto di James Starley. Nel 1869 Meyer inventò le ruote con i raggi (riducendo sensibilmente il loro peso) e produsse un bel modello di High Bicycle fino agli anni 1880.
James Starley a Coventry aggiunse i raggi tangenti (offrono maggiore stabilità e resistenza alla ruota di quelli radiali) e lo scalino di monta alla sua famosa versione di High Bicycle chiamata Ariel o anche Ordinary (Ordinaria). Egli è giustamente considerato come il padre dell'industria ciclistica inglese, che arrivò a primeggiare in tutto il mondo, con i centri di produzione concentrati a Coventry, Birmingham e Manchester. I cuscinetti a sfere (dal 1875), i copertoni solidi e i telai di acciaio a sezione cava divennero degli standard. A seconda della lunghezza della gamba del ciclista, la ruota anteriore ora poteva raggiungere un diametro fino a 1,5 metri (60 pollici). Tanto che in Inghilterra queste Ordinarie erano chiamate anche Penny Farthing in

Grandi ciclisti del passato: EDDY MERCKX - IL CANNIBALE- IL SULTANO DELLA BICICLETTA

Eddy Merckx nasce in Belgio a Meensel Kiezegem, nei pressi di Bruxelles nella provincia del Brabante, il 17 giugno 1945. Alla luce dei risultati ottenuti durante la sua carriera sportiva nessuno può obiettare che sia stato il migliore ciclista di tutti i tempi. Va detto che, parte della tifoseria italiana, a lui affianca, per la straordinarietà di alcune imprese, il corridore Fausto Coppi, sebbene questi abbia vinto molto meno del belga. Invero, è significativo che Merckx conta 525 vittorie su 1800 gare su strada disputate: il 30%, una percentuale impressionante e distribuita lungo 17 anni di agonismo. Come dire che per una gara su quattro, gli avversari hanno corso per il secondo posto! In nessun altro sport si riscontra una superiorità così assoluta per un lungo periodo di tempo. E vi è di più: Merckx ha ottenuto i massimi risultati anche nell'attività su pista, vincendo le più prestigiose gare e siglando un Record dell'Ora, rimasto per molti anni imbattuto. Merckx disputò la sua prima corsa il 16 luglio del 1961, e l'anno successivo divenne subito campione nazionale degli esordienti: questo, oltre alle 23 vittorie ottenute gli consentì di passare alla categoria superiore. Nel 1963 vinse 28 gare, e nel 1964 divenne campione del mondo dei dilettanti, a Sallanches in Francia. L'anno seguente il debutto tra i professionisti sulla scia di 4 successi su 5 corse disputate nei mesi di marzo-aprile tra i dilettanti; nella massima categoria si mette subito in luce, saranno nove le sue vittorie tra i pro' a fine anno.
Continua a leggere

4.1.15

Tredozio Pieve di San Valentino

La valle del Tramazzo ha costituito sempre una zona di passaggio fra la pianura ravennate e la Toscana; gli importanti insediamenti terramaricoli del Bronzo Medio (sec. XV a.C.), rinvenuti nei pressi di S. Maria in Castello, a circa 4 chilometri da Tredozio, dimostrano l'esistenza di una via di crinale da e per la Toscana sullo spartiacque fra Tramazzo e Montone. Alcuni studiosi affermano che anche Annibale, nel 218 a.C., iniziò l'attraversata dell' Appennino (per scendere verso Roma), proprio partendo dal valico del Monte Busca.La valle comunque doveva essere molto selvaggia e quasi inesplorata, popolata esclusivamente da alcune tribù di Galli Boi, a fatica sopraffatte, nel corso di sanguinose battaglie, dalla potenza espansionistica di Roma. Il territorio rimase scarsamente abitato per tutto il periodo romanico.
Le prime notizie storiche riguardanti Tredozio, o perlomeno il suo territorio, risalgono al periodo Bizantino-Ravennate: da alcuni documenti ufficiali (conservati presso l'archivio dell'Arcidiocesi di Ravenna) si apprende che l'esistenza della Chiesa di San Valentino, la cui amplissima giurisdizione comprendeva anche i territori di Gamogna, è segnalata fin dall'anno 562.
Il "Castrum Treudacium" viene menzionato per la prima volta nel 925 e costituisce il primo nucleo di quello che sarà poi il Comune di Tredozio.Dopo il 1000, il territorio di Tredozio vide fiorire, con la ruralizzazione della società e con lo spirito di rinnovamento e di riforma contro i mali della Chiesa e del mondo religioso in

MIGUEL INDURAIN - IL NAVARRO

Miguel Indurain Larraya nasce a Villava, paese della comunità autonoma della Navarra (Spagna), il giorno 16 luglio 1964. Straordinario campione del ciclismo, il nome di Indurain è ricordato soprattutto per essere stato il primo corridore a vincere per cinque volte consecutive il Tour de France, la più prestigiosa corsa a tappe di questo sport. Con straordinarie doti di passista, pur essendo stato fortissimo in montagna, l'arma in più di Indurain sono sempre state le tappe a cronometro. Non era uno scalatore classico ma era sempre fra i migliori, con il suo passo regolare, quando la strada saliva.  La passione di Miguel Indurain per il ciclismo nasce in maniera abbastanza casuale, durante gli allenamenti sui 26 km tra Villava ed Elloriz, il paese della madre. Vince la sua prima corsa ufficiale all'età di undici anni, quando veste i colori del Club Ciclista Villavès. Famosa resta una frase del campione con cui descrive il premio di questo suo primo successo: "Un bocadillo y una Fanta, y eso me gustò" (Un panino e una Fanta sono bastati a farmi contento).
Nel 1983 vince il campionato nazionale nella categoria dilettanti, poi l'anno dopo diventa professionista. Da