Passato professionista nel 1951 esplose nel Tour de France del 1955, dove conquistò la maglia a pois come miglior scalatore. Fu arrampicatore ineguagliabile, soprannominato angelo della montagna per la facilità con la quale riusciva ad affrontare le salite usando rapporti molto leggeri, ma anche uomo di carattere ombroso, lunatico, soggetto a grandi cali di tensione che spesso lo portarono a clamorose controprestazioni.
Sapeva esaltarsi soprattutto in condizioni atmosferiche particolarmente inclementi. Fu così nella celebre tappa Merano-Monte Bondone, nel Giro d'Italia del 1956, quando in una giornata da tregenda, con neve e freddo tipicamente invernali, arrivò al traguardo con quasi 8 minuti di vantaggio sul secondo classificato (Alessandro Fantini) e più di 12 minuti su Fiorenzo Magni (che con una spalla fratturata reggeva il manubrio con un laccio stretto fra i denti). Gaul risalì così dal 24º posto che occupava alla partenza della tappa al 1º, primato che difese poi con successo fino all'arrivo a Milano.
Nel 1957 perse il Giro di Italia, quando durante una tappa confidando sul suo vantaggio si fermò a fare pipì e venne impietosamente attaccato dai suoi maggiori rivali (Louis Bobet e Gastone Nencini in testa).
L'anno successivo, per tutta risposta, pur avendo ceduto il Giro d'Italia ad Ercole Baldini, vinse il Tour de France. La vittoria al Tour arrivò negli ultimi giorni di gara. Nella 21.ma tappa da Briançon ad Aix-les-Bains (219 km, con cinque colli), Gaul attaccò subito sul primo colle, e fu una lunga fuga solitaria e vincente. Non riuscì a prendere la maglia gialla che fu indossata dall’italiano Vito Favero arrivato terzo, a oltre dieci minuti, ma due giorni dopo, vincendo la lunga cronometro da Besançon a Digione, riuscì a indossare la maglia gialla e a vincere il Tour.
Con la vittoria al Giro del 1959 vendicò lo "sgarbo" di cui era stato vittima l'anno prima. Anche in questo caso la vittoria fu ottenuta da Gaul con un'impresa epica. Era il 6 giugno 1959, penultima tappa del Giro, da
Aosta a Courmayeur, in maglia rosa era Jacques Anquetil, Gaul attaccò sul colle del Piccolo San Bernardo e il francese andò subito in crisi; all'arrivo il ritardo di Anquetil fu di nove minuti. Il francese giunse al traguardo stravolto, così come anche Gaul che non partecipò nemmeno alla cerimonia di premiazione. Il Giro fu vinto con un vantaggio di 6 minuti e 12 secondi su Anquetil.
Nel suo palmares compaiono anche altre corse a tappe di minor prestigio come tre Giri del Lussemburgo, un giro delle Sei Province e un Giro del Sud-Est. Si è piazzato 2 volte terzo al Giro (1958 e 1960) e al Tour (1955 e 1961), vincendo un totale di 11 tappe nella corsa rosa e 10 tappe in quella francese.
Nelle corse in linea, nelle quali era appunto soggetto a fatali cali di concentrazione, non ottenne invece mai grandi risultati ad eccezione di sei titoli nazionali (ma in Lussemburgo non aveva ovviamente rivali) e di un decoroso campionato del mondo, al Sachsenring nel 1954, quando finì terzo preceduto da Bobet e Schär.
Si cimentò anche, con lusinghieri risultati, nel ciclocross assicurandosi due titoli nazionali, nel 1954 e nel 1962.
Si ritirò nel 1962, poco dopo essere diventato per l'ennesima volta campione nazionale del Lussemburgo.
Dopo il ritiro ebbe diverse vicissitudini personali. Si occupò senza successo della gestione di una birreria, ed ebbe problemi di alcolismo da cui riuscì poi a risollevarsi. Fu quindi assunto come dipendente del Museo dello sport del Lussemburgo.
L'ultima occasione in cui apparve pubblicamente fu ai funerali di Marco Pantani a Cesenatico.
Sapeva esaltarsi soprattutto in condizioni atmosferiche particolarmente inclementi. Fu così nella celebre tappa Merano-Monte Bondone, nel Giro d'Italia del 1956, quando in una giornata da tregenda, con neve e freddo tipicamente invernali, arrivò al traguardo con quasi 8 minuti di vantaggio sul secondo classificato (Alessandro Fantini) e più di 12 minuti su Fiorenzo Magni (che con una spalla fratturata reggeva il manubrio con un laccio stretto fra i denti). Gaul risalì così dal 24º posto che occupava alla partenza della tappa al 1º, primato che difese poi con successo fino all'arrivo a Milano.
Nel 1957 perse il Giro di Italia, quando durante una tappa confidando sul suo vantaggio si fermò a fare pipì e venne impietosamente attaccato dai suoi maggiori rivali (Louis Bobet e Gastone Nencini in testa).
L'anno successivo, per tutta risposta, pur avendo ceduto il Giro d'Italia ad Ercole Baldini, vinse il Tour de France. La vittoria al Tour arrivò negli ultimi giorni di gara. Nella 21.ma tappa da Briançon ad Aix-les-Bains (219 km, con cinque colli), Gaul attaccò subito sul primo colle, e fu una lunga fuga solitaria e vincente. Non riuscì a prendere la maglia gialla che fu indossata dall’italiano Vito Favero arrivato terzo, a oltre dieci minuti, ma due giorni dopo, vincendo la lunga cronometro da Besançon a Digione, riuscì a indossare la maglia gialla e a vincere il Tour.
Con la vittoria al Giro del 1959 vendicò lo "sgarbo" di cui era stato vittima l'anno prima. Anche in questo caso la vittoria fu ottenuta da Gaul con un'impresa epica. Era il 6 giugno 1959, penultima tappa del Giro, da
Aosta a Courmayeur, in maglia rosa era Jacques Anquetil, Gaul attaccò sul colle del Piccolo San Bernardo e il francese andò subito in crisi; all'arrivo il ritardo di Anquetil fu di nove minuti. Il francese giunse al traguardo stravolto, così come anche Gaul che non partecipò nemmeno alla cerimonia di premiazione. Il Giro fu vinto con un vantaggio di 6 minuti e 12 secondi su Anquetil.
Nel suo palmares compaiono anche altre corse a tappe di minor prestigio come tre Giri del Lussemburgo, un giro delle Sei Province e un Giro del Sud-Est. Si è piazzato 2 volte terzo al Giro (1958 e 1960) e al Tour (1955 e 1961), vincendo un totale di 11 tappe nella corsa rosa e 10 tappe in quella francese.
Nelle corse in linea, nelle quali era appunto soggetto a fatali cali di concentrazione, non ottenne invece mai grandi risultati ad eccezione di sei titoli nazionali (ma in Lussemburgo non aveva ovviamente rivali) e di un decoroso campionato del mondo, al Sachsenring nel 1954, quando finì terzo preceduto da Bobet e Schär.
Si cimentò anche, con lusinghieri risultati, nel ciclocross assicurandosi due titoli nazionali, nel 1954 e nel 1962.
Si ritirò nel 1962, poco dopo essere diventato per l'ennesima volta campione nazionale del Lussemburgo.
Dopo il ritiro ebbe diverse vicissitudini personali. Si occupò senza successo della gestione di una birreria, ed ebbe problemi di alcolismo da cui riuscì poi a risollevarsi. Fu quindi assunto come dipendente del Museo dello sport del Lussemburgo.
L'ultima occasione in cui apparve pubblicamente fu ai funerali di Marco Pantani a Cesenatico.
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