PAN
29.7.10
Temperatura reale e percepita.
19.7.10
Lapinarello 2010
13.7.10
Combattiamo il caldo
Innanzitutto è molto importante bere tanto per mantenere il corpo fresco: l’umidità nell’aria infatti non permette al sudore di evaporare e quindi il corpo non può proteggersi adeguatamente dal caldo, ma assumendo grandi quantità di acqua, anche quando non si ha sete, il corpo mantiene costante il proprio livello di idratazione. Meglio evitare la caffeina, le bevande molto zuccherate e gli alcolici: queste bevande agiscono da diuretici e fanno perdere troppi fluidi attraverso le urine. Inoltre, anche se la tentazione è forte, le bevande ghiacciate andrebbero evitate; se inizialmente fanno sentire più freschi, in seguito provocano una costrizione dei vasi sanguigni e diminuiscono la capacità del corpo di disperdere il calore.
L’attività sportiva va limitata, e con essa tutte le attività che richiedono molte energie. Gli alimenti da preferire sono leggeri, freschi e con poco grassi. I cibi da evitare? Spinaci, peperoncini, radicchio, cipolle, aglio, barbabietola rossa, ananas, pompelmo e manghi maturi, per non parlare dei cibi fritti: sono infatti cibi che aumentano la temperatura corporea. Anche la frutta secca non è consigliata, mentre la frutta fresca e la verdura vanno consumate in grandi quantità, sotto forma di insalate, frullati e succhi freschi, preferibilmente senza zucchero. La dieta quotidiana deve prevedere pochi cibi zuccherati e dolci, vanno invece preferiti gli zuccheri naturali della frutta e verdura. Va inoltre minimizzata l’assunzione di cibi caldi e speziati, o anche molto salati. Infine, è di buona norma mantenere buoni livelli di igiene, facendo una doccia al giorno per liberarsi dal sudore e rimanere più freschi.
9.7.10
Granfondo... ex professionisti... no grazie....
Ecco ci risiamo un'altra volta.... Non passa giorno (quasi) che qualche ciclista presunto amatore, sia trovato positivo al Doping. Il problema, se così lo si può definire, non è solo del doping, ma è dell'immagine che ne deriva da questo al ciclismo amatoriale, in particolare al mondo delle granfondo.
Il continuo passaggio di ex professionisti a questo settore del ciclismo amatoriale, ne sta seriamente danneggiando il buon nome. Inoltre alcuni di questi sono risultati positivi ai pochissimi controlli anti doping che sono fatti. Fortunatamente sono pochi, c’è da dire. ORA BASTA....... Mi sono stancato e con me sicuramente tanti altri. Ci siamo stancati di essere presi per i fondelli da questa gente. Lo siamo sotto vari aspetti: Primo, questi professionisti che non hanno sfondato nel ciclismo professionistico, vengono tra noi facendo i FENOMENI, noi amatori che dedichiamo il nostro tempo libero alla bici, agli allenamenti per cercare di migliorare la nostra forma, per preparaci al meglio, alternandoli con il lavoro, la famiglia ecc. Secondo, noi comuni ciclisti, per poter partecipare alle varie granfondo dobbiamo pagare le iscrizioni, il viaggio ecc. quindi affrontare spese anche importanti . Terzo ci troviamo a gareggiare con gente che ha fatto e fa del ciclismo la propria professione. Si la propria professione.. Non facciamo finta di non sapere o di scandalizzarci nell'apprendere che questi sono pagati dalle loro squadre e dai loro sponsor, come qualsiasi altro professionista. Questi, per la maggior parte delle volte, non pagano l'iscrizione e sono spesati di tutto... Poi alla fine del festino, tanto per continuare a farci prendere per i fondelli, scopriamo (come se non lo si sapesse) che sono pure DOPATI. Bella figura.. complimenti...
Credo sia giunto il momento che il popolino, alzi la testa ed inizi a dire BASTA.... FUORI I PROFESSIONISTI DALLE GRANFONDO E CONTROLLI A TAPPETO CONTRO IL DOPING. Si è ora di pretendere questo.... E' ora che gli organizzatori delle granfondo , decidano di lasciare a casa questa gente che non fa altro che screditare il nostro bel modo d'andare in bicicletta. Debbono smetterla di far finta di sentirsi offesi e di stupirsi quando questi individui sono trovati positivi, pubblicando scuse, spargendosi il capo di cenere in segno di pentimento, quando, fino al giorno prima, li hanno corteggiati e vezzeggiati affinché questi partecipino alla loro manifestazione, premiandoli sul palco con tanto di stelle filanti e musica a tutto volume in segno di trionfo. MA SMETTETELA DI PRENDERCI IN GIRO..... Voglio dire a tutti gli organizzatori delle granfondo che siamo noi "popolino" che determiniamo il successo o l’insuccesso di partecipazione alle vostre granfondo e non gli ex professionisti.
Sbagliando li ho definiti ex professionisti, ma non è così, lo sono ancora tutt’oggi dal momento che percepiscono stipendi o rimborsi spesa che altro non sono che stipendi camuffati, percependo compensi anche dagli sponsor. E’ mio parere che a lungo andare questo si tramuti in un danno anche per il ciclismo professionistico vero e proprio, sottraendo loro risorse. Molti sono gli sponsor di rilievo che si orientano verso le granfondo, sapendo di spendere meno, rispetto ai professionismo, ottenendo la stessa se non più visibilità. Un semplice esempio: la diretta di 6 ore della Maratona delle Dolomiti, nella quale sono stati ripresi coloro che poi hanno trionfato e non gl’altri 9000 ciclisti. Per poi scoprire quello che sappiamo. C’è da dire agli organizzatori: bella figura.
E' mia ferma intenzione promuovere una iniziativa che smuova i ciclisti amatori, nel richiedere uno stop agli ex professionisti e controlli a tappeto nelle granfondo, magari in tutte le granfondo, anche se so essere utopia, ma non si sa mai. Scriverò lettere alle riviste specializzate, richiamando il più possibile l'attenzione su quanto sopra. Spronando i lettori ad iniziare una campagna contro questi "fenomeni", sollecitando anche un maggior numero di controlli anti doping. Nel blog, c'è la possibilità di lasciare commenti su quanto sopra, esprimere il proprio parere. Tutti i commenti, sperando che siano moltissimi, li raccoglierò e li invierò alle riviste.
Tanto per cambiare... Doping...
Michele Maccanti, ha corso dopo essere stato trovato positivo all’Epo in un controllo antidoping di un mese prima. Su tutte le furie il comitato organizzatore del Pedale Feltrino, che in caso di conferma non solo lo depennerà dall’ordine d’arrivo, ma minaccia una denuncia contro l’atleta a tutela dell’immagine della manifestazioneFELTRE. Il vincitore della Granfondo Sportful di giugno, Michele Maccanti, ha corso dopo essere stato trovato positivo all’Epo in un controllo antidoping di un mese prima. Su tutte le furie il comitato organizzatore del Pedale Feltrino, che in caso di conferma non solo lo depennerà dall’ordine d’arrivo, ma minaccia una denuncia contro l’atleta a tutela dell’immagine della manifestazione.Non c’è pace per il mondo del ciclismo sul quale si affaccia l’ombra del doping anche a livello amatoriale (dove gli atleti di vertice possono arrivare a guadagnare fino a 20 mila euro in una stagione), e non poteva avere un epilogo peggiore la Granfondo Sportful 2010. In un’edizione nera già martoriata dal maltempo e dal grande freddo che hanno causato la brutta caduta di una partecipante, la gara si trova coinvolta suo malgrado nel presunto caso di positività all’Epo di Michele Maccanti, riscontrata dai controlli ai campionati mondiali a cronometro individuali del 15 maggio a Occhiobello.Aveva dominato la corsa feltrina, il portacolori del Phoenix Racing Team, nonché fresco vincitore della prestigiosa Maratona delle Dolomiti e trionfatore anche nella marcialonga di Predazzo, per un filotto di successi che ora si tinge di giallo. Dietro infatti, ci sarebbe la spinta dell’eritropoietina evidenziata nel sangue e nelle urine dall’antidoping a metà maggio e tenuta nascosta dal ciclista, iscritto alla Granfondo un mese dopo senza che agli organizzatori sia stata trasmessa la notizia dall’ente di promozione sportiva Uisp cui appartiene Maccanti.«Una situazione inaccettabile. Se la positività verrà confermata dalle autorità federali competenti in base alle controanalisi, non escludiamo la possibilità di passare alle vie legali contro l’a tleta, a tutela dell’immagine della manifestazione e nel rispetto delle migliaia di iscritti. Oltre ad escluderlo dall’ordine d’a rrivo e diffidarlo dal partecipare alle edizioni future», tuona il presidente del Pedale Feltrino Ivan Piol.
«Mi attiverò con gli organizzatori delle altre manifestazioni di livello internazionale come la nostra affinché casi simili non si ripetano gettando discredito su questo bellissimo sport e su chi ci crede veramente», aggiunge. «Amereggia la scarsa tempestività nell’i nformazione data dall’ente di promozione sportiva Uisp che non ha permesso, come da regolamento Fci, la sospensione cautelativa del corridore. La mancata comunicazione ha permesso al ciclista di iscriversi e partecipare regolarmente alla corsa che si è svolta il 20 giugno». Per risolvere questo problema, si sta discutendo con la Federazione ciclistica per coordinare l’informazione tra i vari enti di promozione sportiva che organizzano gli eventi sulle due ruote in tutta Italia.
Tratto dal Corriere delle Alpi