PAN

PAN
STA ATTENTO, CHE TI VEDO EH !!!

29.7.10

Temperatura reale e percepita.

"Ma che caldo è oggi, non si respira" eppure il termometro non supera la temperatura di ieri... Ma cosa ci fa sentire maggior caldo anche se la temperatura assoluta è la stessa ?
Il senso di disagio è dato dalla difficoltà del corpo umano ad espellere calore quindi a raffreddarsi. In presenza di giornate particolarmente afose il nostro corpo non riesce ad espellere il calore e quindi il disagio aumenta e la percezione del calore è maggiore rispetto alla temperatura reale. Quando ascoltiamo o leggiamo i bollettini meteo, ci viene detto che la temperatura percepita è di 4 o più gradi rispetto a quella reale, ma come è stabilito questo valore che non è possibile misurare con strumenti ?
Temperatura percepita: con questo termine si indica la temperatura percepita dal nostro corpo a causa di una combinazione di fattori come: la temperatura con il vento e la temperatura con l’umidità relativa. Nel primo caso siamo di fronte a un fenomeno chiamato Wind Chill, mentre nel secondo caso andiamo a considerare l’Indice Humidex.Il Wind Chill (indice di raffreddamento), ci da un indicazione delle temperatura percepita dalle parti del corpo scoperte nel caso in cui ci sia vento; quest’ultimo infatti, provoca una perdita di calore da parte dell’epidermide corporea con un conseguente raffreddamento. Questo indice (alle nostre latitudini) è di estrema importanza per tutte le temperature intorno ai 10 °C, poiché esso ci da appunto la temperatura percepita e non quella reale registrata dalla stazione meteorologica. Per calcolare quest’indice si usano delle tabelle dove vengono riportate le temperature e l’intensità del vento.L’Indice Humidex invece è utilizzato per calcolare il disagio fisico nelle giornate calde e con un elevato tasso di umidità relativa, questo viene usato soprattutto per temperature comprese tra i 20 °C e i 55 °C e viene calcolato inserendo in questa formula H = Ta + ( 0.5555 x ( e – 10 ) ) la temperatura dell’aria (Ta) e il valore di umidità (e: pressione di vapore).La Pressione relativa: è la pressione atmosferica relativa calcolata al livello medio del mare, cioè calcolata in relazione alla pressione atmosferica locale del sensore della stazione meteo posizionato ad una quota nota.L’Umidità relativa: esprime il rapporto percentuale tra la quantità di vapore acqueo nell’atmosfera e la quantità che sarebbe necessaria per far condensare (alla stessa temperatura) il vapore in goccioline d’acqua.
Mastro Vinaio

19.7.10

Lapinarello 2010

"Il Grappa non sa da fare"
In altri tempi, un grande romanziere quale il Manzoni, se avesse scritto " I Promessi Granfondisti" avrebbe detto " Questo Monte Grappa non sa da fare". Forse una maledizione ha colpito il Pedale Bianconero. Due mesi fa al Monte Grappa Day, ieri La Pinarello, le avverse condizioni meteo hanno fatto saltare la scalata al Monte Grappa.
Sabato pomeriggio, nulla faceva presagire quello che sarebbe avvenuto nelle prime ore di domenica notte. La temperatura rasentava i 40 gradi, con un grado di umidità tale d'avere l'acqua pari alle ginocchia. Si sapeva che nella notte la pioggia avrebbe raffrescato l'aria, qualche temporale, forse vento, ma nulla di quello che è avvenuto. Alle 3.00 di notte, tutto tranquillo, il cielo era ancora sereno, almeno quel piccolo spicchio visibile dalla finestra del bagno della nostra camera (mia del ragioniere e di Selci. Piccolo inciso, da quando Adriano prende il ciuccio prima di addormentarsi, dorme come un bimbo e non girovaga per la camera) Alle 4.00 il finimondo. Sirene dei pompieri, vento ed acqua. Ma le reali dimensioni di ciò che era avvenuto lo abbiamo scoperto alle 6.00 quando ci siamo incamminati in auto, ancora sotto la pioggia, verso Treviso per raggiungere la partenza. Alberi riversi sulla strada, rami foglie rametti, ecc. coprivano tutta la strada. Dopo aver sostato presso l'albergo degl.altri, alle 7.30 ci siamo incamminati in bici verso la partenza, poichè la pioggia era cessata. Giunti in piazza, la prima notizia" la partenza è rinviata di 30 minuti per ispezione del percorso". Lo speacher ad un certo punto ci ha annunciato "il Grappa non si fa, troppi alberi sradicati e vento forte hanno reso impraticabile la salita". Ma non è tutto, ancora si stava valutando dare il via o no, viste le condizioni delle strade. Finalmente a pochi minuti dalle 9.00, è giunta la notizia" si parte.. percorso modificato in parte, ed unico per tutti" In effetti ci siamo resi conto del disastro nel percorrere i primi metri fuori Treviso. In ogni punto dove a lato strada c'era vegetazione, sia alta che cespugli, questa era stata in parte divelta e riversata sulla sede stradale..... un disastro..... rovi, rami di rubinie ecc. Decine e decine le forature viste.
Credo di poter fare un plauso ad Andrea Pinarello per essere riuscito a mettere insieme un percorso di 125 km, in poco più di un'ora, cercando di renderlo il più sicuro possibile, sfruttando parte del percorso originale, con i vari ristori e segnaletica. In ogni caso, nella prima discesa si è letteralmente girato su un tappeto di rami e foglie.
Causa questo disastro, la nuova formula proposta dalla GF Lapinarello, cioè NO CLASSIFICA E PARTENZA ALLA FRANCESE, non ha avuto un felice e reale collaudo, tale da definire se l'idea è valida e se può prendere piede anche in altre manifestazioni. Sicuramente va detto che alcuni servizi debbono essere migliorati e modificati, in particolare il pasta party, dove la fila è stata eccessivamente lunga. Sicuramente l'aver tolto il percorso lungo, ha fatto si che i partecipanti non si siano divisi sui due percorsi. Vediamo la prossima edizione.
Mastro Vinaio

13.7.10

Combattiamo il caldo

Il grande caldo estivo è decisamente arrivato e inizia a farci soffrire, rendendo le giornate e le notti quasi invivibili; i consigli per combatterlo sono molti e svariati, si passa dai rimedi naturali contro la calura a quelli omeopatici per chi non sopporta il calore. Ed ecco altre utili dritte da seguire per sconfiggere l’afa e godersi un’estate più tranquilla e più sana.
Innanzitutto è molto importante bere tanto per mantenere il corpo fresco: l’umidità nell’aria infatti non permette al sudore di evaporare e quindi il corpo non può proteggersi adeguatamente dal caldo, ma assumendo grandi quantità di acqua, anche quando non si ha sete, il corpo mantiene costante il proprio livello di idratazione. Meglio evitare la caffeina, le bevande molto zuccherate e gli alcolici: queste bevande agiscono da diuretici e fanno perdere troppi fluidi attraverso le urine. Inoltre, anche se la tentazione è forte, le bevande ghiacciate andrebbero evitate; se inizialmente fanno sentire più freschi, in seguito provocano una costrizione dei vasi sanguigni e diminuiscono la capacità del corpo di disperdere il calore.
L’attività sportiva va limitata, e con essa tutte le attività che richiedono molte energie. Gli alimenti da preferire sono leggeri, freschi e con poco grassi. I cibi da evitare? Spinaci, peperoncini, radicchio, cipolle, aglio, barbabietola rossa, ananas, pompelmo e manghi maturi, per non parlare dei cibi fritti: sono infatti cibi che aumentano la temperatura corporea. Anche la frutta secca non è consigliata, mentre la frutta fresca e la verdura vanno consumate in grandi quantità, sotto forma di insalate, frullati e succhi freschi, preferibilmente senza zucchero. La dieta quotidiana deve prevedere pochi cibi zuccherati e dolci, vanno invece preferiti gli zuccheri naturali della frutta e verdura. Va inoltre minimizzata l’assunzione di cibi caldi e speziati, o anche molto salati. Infine, è di buona norma mantenere buoni livelli di igiene, facendo una doccia al giorno per liberarsi dal sudore e rimanere più freschi.

9.7.10

Granfondo... ex professionisti... no grazie....

Ex professionisti alle granfondo…… NO GRAZIE
Ecco ci risiamo un'altra volta.... Non passa giorno (quasi) che qualche ciclista presunto amatore, sia trovato positivo al Doping. Il problema, se così lo si può definire, non è solo del doping, ma è dell'immagine che ne deriva da questo al ciclismo amatoriale, in particolare al mondo delle granfondo.
Il continuo passaggio di ex professionisti a questo settore del ciclismo amatoriale, ne sta seriamente danneggiando il buon nome. Inoltre alcuni di questi sono risultati positivi ai pochissimi controlli anti doping che sono fatti. Fortunatamente sono pochi, c’è da dire. ORA BASTA....... Mi sono stancato e con me sicuramente tanti altri. Ci siamo stancati di essere presi per i fondelli da questa gente. Lo siamo sotto vari aspetti: Primo, questi professionisti che non hanno sfondato nel ciclismo professionistico, vengono tra noi facendo i FENOMENI, noi amatori che dedichiamo il nostro tempo libero alla bici, agli allenamenti per cercare di migliorare la nostra forma, per preparaci al meglio, alternandoli con il lavoro, la famiglia ecc. Secondo, noi comuni ciclisti, per poter partecipare alle varie granfondo dobbiamo pagare le iscrizioni, il viaggio ecc. quindi affrontare spese anche importanti . Terzo ci troviamo a gareggiare con gente che ha fatto e fa del ciclismo la propria professione. Si la propria professione.. Non facciamo finta di non sapere o di scandalizzarci nell'apprendere che questi sono pagati dalle loro squadre e dai loro sponsor, come qualsiasi altro professionista. Questi, per la maggior parte delle volte, non pagano l'iscrizione e sono spesati di tutto... Poi alla fine del festino, tanto per continuare a farci prendere per i fondelli, scopriamo (come se non lo si sapesse) che sono pure DOPATI. Bella figura.. complimenti...
Credo sia giunto il momento che il popolino, alzi la testa ed inizi a dire BASTA.... FUORI I PROFESSIONISTI DALLE GRANFONDO E CONTROLLI A TAPPETO CONTRO IL DOPING. Si è ora di pretendere questo.... E' ora che gli organizzatori delle granfondo , decidano di lasciare a casa questa gente che non fa altro che screditare il nostro bel modo d'andare in bicicletta. Debbono smetterla di far finta di sentirsi offesi e di stupirsi quando questi individui sono trovati positivi, pubblicando scuse, spargendosi il capo di cenere in segno di pentimento, quando, fino al giorno prima, li hanno corteggiati e vezzeggiati affinché questi partecipino alla loro manifestazione, premiandoli sul palco con tanto di stelle filanti e musica a tutto volume in segno di trionfo. MA SMETTETELA DI PRENDERCI IN GIRO..... Voglio dire a tutti gli organizzatori delle granfondo che siamo noi "popolino" che determiniamo il successo o l’insuccesso di partecipazione alle vostre granfondo e non gli ex professionisti.
Sbagliando li ho definiti ex professionisti, ma non è così, lo sono ancora tutt’oggi dal momento che percepiscono stipendi o rimborsi spesa che altro non sono che stipendi camuffati, percependo compensi anche dagli sponsor. E’ mio parere che a lungo andare questo si tramuti in un danno anche per il ciclismo professionistico vero e proprio, sottraendo loro risorse. Molti sono gli sponsor di rilievo che si orientano verso le granfondo, sapendo di spendere meno, rispetto ai professionismo, ottenendo la stessa se non più visibilità. Un semplice esempio: la diretta di 6 ore della Maratona delle Dolomiti, nella quale sono stati ripresi coloro che poi hanno trionfato e non gl’altri 9000 ciclisti. Per poi scoprire quello che sappiamo. C’è da dire agli organizzatori: bella figura.
E' mia ferma intenzione promuovere una iniziativa che smuova i ciclisti amatori, nel richiedere uno stop agli ex professionisti e controlli a tappeto nelle granfondo, magari in tutte le granfondo, anche se so essere utopia, ma non si sa mai. Scriverò lettere alle riviste specializzate, richiamando il più possibile l'attenzione su quanto sopra. Spronando i lettori ad iniziare una campagna contro questi "fenomeni", sollecitando anche un maggior numero di controlli anti doping. Nel blog, c'è la possibilità di lasciare commenti su quanto sopra, esprimere il proprio parere. Tutti i commenti, sperando che siano moltissimi, li raccoglierò e li invierò alle riviste.
Mastro Vinaio.

Tanto per cambiare... Doping...

Michele Maccanti, ha corso dopo essere stato trovato positivo all’Epo in un controllo antidoping di un mese prima. Su tutte le furie il comitato organizzatore del Pedale Feltrino, che in caso di conferma non solo lo depennerà dall’ordine d’arrivo, ma minaccia una denuncia contro l’atleta a tutela dell’immagine della manifestazioneFELTRE. Il vincitore della Granfondo Sportful di giugno, Michele Maccanti, ha corso dopo essere stato trovato positivo all’Epo in un controllo antidoping di un mese prima. Su tutte le furie il comitato organizzatore del Pedale Feltrino, che in caso di conferma non solo lo depennerà dall’ordine d’arrivo, ma minaccia una denuncia contro l’atleta a tutela dell’immagine della manifestazione.Non c’è pace per il mondo del ciclismo sul quale si affaccia l’ombra del doping anche a livello amatoriale (dove gli atleti di vertice possono arrivare a guadagnare fino a 20 mila euro in una stagione), e non poteva avere un epilogo peggiore la Granfondo Sportful 2010. In un’edizione nera già martoriata dal maltempo e dal grande freddo che hanno causato la brutta caduta di una partecipante, la gara si trova coinvolta suo malgrado nel presunto caso di positività all’Epo di Michele Maccanti, riscontrata dai controlli ai campionati mondiali a cronometro individuali del 15 maggio a Occhiobello.Aveva dominato la corsa feltrina, il portacolori del Phoenix Racing Team, nonché fresco vincitore della prestigiosa Maratona delle Dolomiti e trionfatore anche nella marcialonga di Predazzo, per un filotto di successi che ora si tinge di giallo. Dietro infatti, ci sarebbe la spinta dell’eritropoietina evidenziata nel sangue e nelle urine dall’antidoping a metà maggio e tenuta nascosta dal ciclista, iscritto alla Granfondo un mese dopo senza che agli organizzatori sia stata trasmessa la notizia dall’ente di promozione sportiva Uisp cui appartiene Maccanti.«Una situazione inaccettabile. Se la positività verrà confermata dalle autorità federali competenti in base alle controanalisi, non escludiamo la possibilità di passare alle vie legali contro l’a tleta, a tutela dell’immagine della manifestazione e nel rispetto delle migliaia di iscritti. Oltre ad escluderlo dall’ordine d’a rrivo e diffidarlo dal partecipare alle edizioni future», tuona il presidente del Pedale Feltrino Ivan Piol.
«Mi attiverò con gli organizzatori delle altre manifestazioni di livello internazionale come la nostra affinché casi simili non si ripetano gettando discredito su questo bellissimo sport e su chi ci crede veramente», aggiunge. «Amereggia la scarsa tempestività nell’i nformazione data dall’ente di promozione sportiva Uisp che non ha permesso, come da regolamento Fci, la sospensione cautelativa del corridore. La mancata comunicazione ha permesso al ciclista di iscriversi e partecipare regolarmente alla corsa che si è svolta il 20 giugno». Per risolvere questo problema, si sta discutendo con la Federazione ciclistica per coordinare l’informazione tra i vari enti di promozione sportiva che organizzano gli eventi sulle due ruote in tutta Italia.

Tratto dal Corriere delle Alpi

1.7.10

Circolare del Fedaia

Splendida giornata mercoledì 30 giugno, temperatura ottimale. Si parte per il circolare che include il Passo Fedaia da Caprile. Partiti da San Cassiano abbiamo raggiunto alcuni nostri a Corvara, da qui la prima asperità della giornata, Il Passo Campolongo. Raggiunta la cima si scende verso Arabba e di li si prosegue verso il Falzarego. Dopo alcuni chilometri abbiamo abbandonato la strada principale per scendere verso Digonera. Oltrepassata siamo giunti a fondo valle a circa un chilometro da Caprile. Lasciando questa alla nostra sinistra abbiamo imboccato il Passo della Marmolada il mitico Fedaia. Dopo un chilometro difficoltoso la strada lascia respirare e così si prosegue sulla strada principale per alcuni chilometri fino a Sottoguda. Giunti a Sottoguda abbandoniamo la strada principale per immetterci all'interno del paesello. Dopo un primo tratto di strada lastricata con cubetti di porfido, eccoci uscire dal paese per immetterci in una stretta strada incastonata tra due pareti altissime di roccia, ecco I SERAI DI SOTTOGUDA. A lato strada un ruscello. La strada pian piano si impenna, devo usare il 26, per affrontare la ripidità di questo sentiero. Uno spettacolo indescrivibile, la cascata, il ruscello. Il sentiero è percorribile esclusivamente a piedi o in bici, oppure con il trenino che funge da navetta. Dopo alcuni chilometri si esce dalla gola per reimmettersi sulla strada principale. Eccoci a Malga Ciapela..... Inizia l'incubo. Svoltata una curva, ecco che si presenta alla vista un tratto di strada rettilineo di alcuni chilometri che sale, sale e poi sale... La valle così aperta alla vista, nasconde e mitiga l'effetto ottico della pendenza, ma le gambe la sentano, eccome se la scentono. Si sale ad una velocità che varia da 7,5 ai 9,2 km/h. Poi finalmente arrivano una serie di tornanti, che lasciano respirare, ci sono ancora alcuni tratti al 15% ma si respira. Finalmente la vetta. Ed ecco aprirsi alla vista il lago del Fedaia. Si scende fino ad Alba di Canazei. Di qui si imbocca la strada che porta verso i Passi Pordoi e Sella. I primi 6 chilometri sono comuni, poi si giunge ad un bivio, tenendo la destra si sale verso il Passo Pordoi. Così facciamo, Altri 6 chilometri ci aspettano. La salita però non è così impegnativa come il Fedaia, anzi si sale con facilità. Giunti in vetta ad oltre 2200 mslm, sosta per ripristinare le forze e poi si scende verso Arabba dove ci aspetta il Passo Campolongo per tornare a Corvara e di li a San Cassiano. Totale 98 km, con oltre 2600 m di dislivello. Grande la fatica, ma per lo spettacolo visto ne è valsa la pena.
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