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27.6.10

Langhirano... Granfondo Valli Parmensi

Langhirano, un Comune in Provincia di Parma, famoso per la produzione dei prosciutti.
Come si arriva nel paese subito si è accolti da innumerevoli industrie specializzate nella stagionatura dei prosciutti e l'aria ne odora . Stamattina al nostro arrivo, nella ricerca di un bar, questo particolare mi è subito saltato al naso (come si sa non mi manca).
Oggi, domenica 27 giugno però Langhirano ci ha attirato perchè sede della Granfondo delle Valli Parmensi. Partenza praticamente in salita. Il percorso è caratterizzato dalla assoluta assenza di pianura, sono tutte salite, discese e falsi piano sia in salita che in discesa. Anche le salite sono particolari, si sale poi spiana un pò si risale, si scende per 100 metri e poi su ancora. Anche la salita più lunga di 12 km, non è esente da questa caratteristica. UN ROMBIGAMBE.
Alla partenza circa 1000 iscritti, che si sono cimentati sui tre percorsi disponibili, un corto di 70 km un medio di 120 ed lungo di 150. Ad appena sei km dalla partenza la prima deviazione per il corto. poi la seconda deviazione a 96 km. La Granfondo, nel suo complesso, merita veramente, percorso molto bello, panoramico (per chi ha avuto tempo di guardarsi attorno) e ben segnalato dal personale messo a dispozizione e dai cartelli affissi, oltre alla segnaletica a terra, con frecce ed indicazioni. Nonostante la giornata calda, l'organizzazione è stata impeccabile, ed ha disposto sul percorso molti punti di rifornimento idrico oltre ai ristori ufficiali. Poi all'arrivo un bel pastaparti ben fornito, dove non poteva mancare il prosciutto.
Ma veniamo ai risulti. Nella Granfondo, vittoria per Gabriella Emaldi, che ha conquistato il primo posto assoluto femminile, mentre va a Michele Rezzani la prima posizione per gli uomini.

Alcune informazioni sul Comune
Langhirano è un comune di 9.232 abitanti della provincia di Parma, conosciuto a livello mondiale per la produzione del Prosciutto di Parma che viene celebrato ogni anno nel Festival del Prosciutto e a cui è dedicato uno specifico Museo.
Porta d'accesso alla Val Parma, posto lungo l'omonimo fiume, è sede della Comunità Montana Appennino Parma Est.
Langhirano, di cui parla già il Capitano Antonio Boccia nel testo del 1804 "Viaggio ai Monti di Parma", ha una naturale vocazione turistica.
Elemento di spicco è sicuramente il "Castello di Torrechiara" inserito nel circuito dell'Associazione dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza.
La città costituisce il centro naturale dell'itinerario enogastronomico della "Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli".
L'economia della cittadina è piuttosto diversificata. Oltre all'allevamento dei suini, che da luogo alla produzione degli ottimi prosciutti cui abbiamo fatto accenno, sono presenti sul territorio anche alcune fabbriche di derrate alimentari (caseifici) e un'importante industria che si occupa della lavorazione dell'alluminio.
L'origine del toponimo non è accertata, ma l'ipotesi prevalente è che derivi dal latino langaria (striscia di terreno lunga e stretta, con riferimento alla posizione del paese a fianco del torrente Parma) con l'aggiunta del suffisso -anus, formando il nome latino Langaranus, poi diventato in italiano Langhirano.
Strada delle cento miglia, Parma Luni
Il territorio langhiranese era attraversato lungo l'asse sud-nord dall'antica via romana che metteva in comunicazione Parma e Luni chiamata Strada delle cento miglia in quanto metteva in comunicazione le due città attraverso il Passo del Lagastrello, l'antico Malpasso con un percorso di cento miglia romane esatte. Citata nell'Itinerarium Antonini "item Parme Laca m.p.C.", errate trascrizioni di Parma e Luna, cioè Luni, la via romana contava su tre mutationes nel territorio di Langhirano: la prima si trovava a Pilastro, dal latino "pila" cioè "pilastro, da qui la strada iniziava un percorso ancora identificabile a mezza costa sulle colline situate sulla riva sinistra del fiume Parma per arrivare nella località Chioso di Langhirano. Da qui fino all'abitato di Quinzano il percorso della strada romana non è più identificabile, in quanto il territorio è stato profondamente cambiato nei secoli da devastanti frane. Dalla frazione di Quinzano fino all'abitato di Cattabiano e più in là fino all'abitato di Antesica, la strada delle cento miglia è ancora ben riconoscibile nelle sue caratteristiche peculiari di strada romana. Dopo la mutationes del Chioso si incontrava quella dello splendido ed antichissimo borgo di Cattabiano, citato nell'anno 999 con il nome di Catablano, fedele al vecchio toponimo che indicava la presenza di un tabellarius, cioè di un corriere postale. Nei pressi della località Valle di Castrignano sono ancora identificabili i resti di un grande accampamento romano,o vallum, in grado di ospitare una legione, proprio nella località che oggi porta ancora il nome di Vallo, mentre presso Arola vari affioramenti nelle arature fanno supporre la presenza di una grande villa rurale di epoca romana e l'affioramento di noduli di ferro grezzi fanno supporre che la strada delle cento miglia servisse anche al commercio di materiale ferroso grezzo proveniente dalla Toscana.

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