PAN

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STA ATTENTO, CHE TI VEDO EH !!!

26.5.10

L'energia Orgonica.....

L'Orgonomia è la scienza che studia l'energia cosmica primordiale, pre-atomica, presente ovunque nell'universo: l'energia da cui deriva tutto ciò che vive. Il suo scopritore è stato il dott. Wilhelm Reich e il termine da lui coniato deriva dai termini orgasmo e organismo. Infatti, sono stati i suoi studi sulla funzione dell'orgasmo a portarlo alla scoperta dell'energia orgonica.

L'energia orgonica è l'energia vitale cosmica, la forza creativa fondamentale. Essa si differenzia da tutte le altre energie conosciute, che derivano dalla materia e che sono pertanto definite energie secondarie: elettrica, magnetica, nucleare, ecc. La scienza classica conosce solo queste ultime forme di energia e considera l'atomo come il costituente base della natura, mentre l'Orgonomia lo considera già come il prodotto di una specifica funzione dell'energia primordiale e cioè della Superimposizione, dove due o più correnti di energia si uniscono (come esempio si consideri la figura di una galassia a spirale a due o più bracci) e da cui si genera materia. Questa lettura inserisce l'unione sessuale di due organismi, l'atto che genera la vita, nel più ampio contesto di funzioni cosmiche.
Una seconda funzione basilare dell'energia orgonica è la Pulsazione. Osservabile facilmente nell'organismo vivente (pulsazione cardiaca, respirazione, ecc.), è presente anche a tutti i livelli della natura: cosmico e atmosferico. La Terra stessa pulsa.
Specifica dell'organismo vivente è invece la terza funzione dell'energia orgonica: la Convulsione Orgastica. L'energia accumulata in eccesso dall'organismo, attraverso l'assunzione di alimenti, di liquidi, attraverso la respirazione e l'assorbimento diretto dell'energia cosmica e non completamente utilizzata per il suo normale funzionamento, si concentra nei genitali. Quando la tensione accumulata supera una certa soglia, i genitali si caricano energeticamente, e questo viene percepito come eccitazione sessuale (in termini orgonomici, l'organismo ha raggiunto il punto di luminazione).
Fin dalle prime ricerche Reich sostenne sempre che la maggior parte delle nevrosi mostrassero una particolare struttura stratificata e sviluppò in seguito l'idea che questi "strati" potessero avere una vera e propria connotazione fisica e ostacolassero il naturale fluire dell'orgone (energia) nell'organismo, alterando così il meccanismo naturale di carica/tensione e scarica/distensione. Le stratificazioni non necessariamente ostacolerebbero le funzioni genitali, ma porterebbero progressivamente all'impotenza sessuale, con la conseguente incapacità di liberare completamente l'energia in eccesso e di raggiungere una distensione completa, pur mantenendo la capacità di ottenere l'orgasmo fisico.
Secondo Reich la funzione erettile sarebbe la controparte meccanica dell'accumulo di energia orgonica, da cui la distinzione tra "orgasmo genitale" (l'eiaculazione) e "orgasmo sessuale" (la scarica di energia in eccesso). L'erezione sarebbe dovuta alla tensione meccanica prodotta dal naturale accumulo di orgone nell'organismo, per poi passare alla fase di massima tensione che si ha durante l'amplesso: la pratica dell'amplesso porterebbe l'organismo alla massima carica possibile fino al raggiungimento dell'acme sessuale, infine con l'orgasmo avverrebbe la scarica seguita dalla distensione.
La funzione dell'orgasmo, la prima e più importante scoperta di Reich, è quella appunto di scaricare completamente l'energia in eccesso e ciò avviene attraverso la convulsione orgastica. Solo attraverso questo atto si realizza la pulsazione unitaria dell'organismo e la naturale regolazione di tutte le funzioni bio-psico-emozionali.
La repressione della scarica orgastica produrrebbe l'accumulo (ovvero la mancata scarica) di una certa quantità di orgone. La parziale quantità di orgone così sfogata ricomparirebbe quindi distorta e sotto forma di pulsione secondaria ovvero una pulsione di carattere patologico. Questa a sua volta genererebbe un meccanismo causa-effetto stratificato, in cui ogni pulsione secondaria genererebbe a sua volta un'altra stratificazione per reprimerla, la quale avrebbe generato a sua volta una pulsione secondaria differente, e ogni pulsione secondaria ne avrebbe generato a sua volta di ulteriori. Una stratificazione sarebbe quindi divenuta la causa di ulteriori stratificazioni, l'insieme delle quali venne denominato "corazza caratteriale" o più semplicemente "corazza".
La "corazza caratteriale" (orgone stagnante non scaricato) andrebbe abbinata alla "corazza muscolare" (tensioni muscolari fisiche): Reich sosteneva di poter comprendere dove si trovassero le tensioni muscolari dalla postura assunta dal paziente nelle sue azioni più semplici, e di potere così individuare almeno in parte la catena di pulsioni secondarie che costituivano la corazza per poi tentare di lavorarci sopra.


Orgonica

24.5.10

La gara vista e vissuta dal Boss

Ore 3.00 sveglia.... Oscià za ora ad lives... ad du marò, sparè che piuva... esco alcune gocce... bene a vut propri che piuva.. magari. Guardo in su ci sono le stelle.. ma va a de veia e c...
Ore 4.00 partenza per quei di Cesenatico, con Tonino e Gerry.
Ore 5.00 ingresso in griglia dove Capitan Francini e Domenico sono già arrivati, pronti a scattare.... aspetta aspetta.... una pisciatina uno e poi un altro....
All'improvviso passa Adriano dopo le 5.30 che si infila nella griglia Rossa. Già sta brontolando, forse conversa con i granchi.


Ore 6.00 finalmente il via per quelli della griglia rossa.... aspetta aspetta, si inizia a scalpitare, passono 2 minuti poi tre e il via non arriva, finalmente dopo il 4° minuto lo stione dei torelli si apre.... si parte. Dopo un primo scatto ai 50 la velocità si assesta tra i 39 ed i 42-44, qualche rilancio dopo le rotonde, ma nulla di particolare. Finalmente si arriva ai piedi di Bertinoro.... si inizia a salire...... Passa il Polenta e ci si incammina verso la Pieve di Rivoschio..... passa anche questa. Finalmente all'inizio del Ciola ecco i primi del Pedale partiti in griglia rossa. Lele che sta salendo in tranquillità, poi in lontananza Adriano. Quasi in vetta Gerry. Raggiunto gli chiedo cosa ha fatto per essere li... tutto bene vado di questo passo, poi sono in tabella di marcia. Poco più avanti Gabriella. Passati questi, giù in discesa poi ecco il Barbotto. Dopo qualche metro riecco Adriano.... Si scollina... con il 39/23 un pò duretta ma si scollina..... importante mantenere la calma per non decidere di girare per il percorso beby. Scollinato ecco Antonello, una toccatina al c.. per salutarlo, poi si sta assieme. Bivio, si gira............ Ora inizia la via del non ritorno..... Di li a pochi minuti ecco il Tiffi, altra gatta da pelare, corta si, ma è una gatta che graffia.... Passo Antonello il quale mi da un messaggio da portare a sua moglie... "dille che l'ho amata e non so se farò ritorno in tempo per vedere crescere i miei nipoti" Passato il Tiffi ecco il Perticara senza un attimo di respiro. Ed Adriano sempre li a 50/100 metri. Si scollina..... ora basta adesso proviamo a crescere un pochino il riposo è stato sufficente. Passo Adriano nel tratto in falsopiano sulla vetta... Dai Adriano ven.... Sve fort incù capitano, a me la nov coll lan me pies, an sò se a la faz netra volta..... E via si va giù in discesa sono proprio una chiavica. Iniziamo il Maiolo, e subito si devia, piccolo rapettino poi discesa poi rapettino poi .... caz ad raton... ma quest e va so come e barbot e pu lè neca long.... finalmente si torna sul percorso vecchio. Si passa il paese poi falso piano.... giù un paio di denti e via.... 32-34 poi un rapetto 16-17 . Arriva la discesa, i miei compagni se ne vanno ed io resto li come un patacca.... ne arrivano altri da dietro.... ma inizia la salita delle Siepi. Salita facine, 39/18 e su, mi si affianca un tedesco che fa per staccarmi, ... e no brot tugnì, u nà desser vera che am fega stachè da un tedesc. Me a cres e lo e cres ... dai pu te ste lè con e cul.... Si scollina e si scende. Giungiamo a ponte Uso, ci incontriamo dei ciclisti che hanno appena girato dal bivio e stanno andando verso il lungo, dopo oltre 5.30 dalla partenza.
Ci diamo il cambio regolari con alcuni poi si imbocca il Gorolo..... Tutti assieme.... urla uno. Se parò se avlè fela tutti assieme avì da calè perchè me am stec. risponde il Boss.
Ultimi 700 m al 17% ... Tho u iè la Madona.... a la vidat neca te... chiedo al mio vicino con il pensiero, perchè le parole non escono.... Lo guardo e intravvedo nei suoi occhi lo sguardo di chi sta vedendo la Madonna, Gesù bambino qualche pecorella: insomma tutto il PRESEPIO. Finalmente si scollina ed adesso, mi dico tra me e me, devo restare attaccato al gruppetto in discesa altrimenti son cavoli... e così è. Iniziano alcuni su e giù poi finalmente si arriva in pianura. Legno!! urlano da dietro, ven nez invezi ad zighè, gli rispondo. Ancora lo devo vedere..
Ahi!!! un tentativo di crampo... non fare scherzi, stai buono lì.... do giù un dente tiro la gamba, un sorso d'acqua e tutto torna sotto controllo.... Finalmente il rettilineo del traguardo...... cut vegna un cancar 9 colli.... a tlo messa in c....
All'arrivo Paolino che mi aspetta e poi Anna e altri... Bravo Boss... rispondo: il Boss anche da morto è sempre un maestro.... sa deg da calè sti tri chilo!!!!
Chiedo a Gabry "come sei andata" 5° assoluta ed ho vinto la categoria... te vent, ma se ades tan ve gnac a chichet, ma comeli messi e rest dal don, se tariv nez te che te zinquant'en?
Pian piano arrivano tutti i nostri, Adriano, Lele e Gerry, Antonello, Fugattini fresco come una rosa e così via.
Una bella domenica sotto tutti gli aspetti..... finalmente dopo tanto... Ma Jonni il Chimico in do el?

23.5.10

Primizie dalla Nove Colli

Prime impressioni e notizie dalla 9 Colli.
Nel percorso medio, vittoria di categoria per Gabriella e 5° posizione assoluta femminile.
Bravo anche Pirani, che come prima esperienza ha preferito cimentarsi nel medio... niente paura Davide avrai altre possibilità per dimostrare quelli che vali.
Massimiliano aggredito dalla sfiga, ha rotto un raggio nella discesa del Ciola, e così è sceso a piedi poi è risalito sul Barbotto sempre a piedi. L'aasistenza meccanica non aveva un tira raggi, poi fortunatamente ha trovato i ragazzi della cicli Neri, che gli hanno centrato la ruota consentendogli di arrivare a Cesenatico. Si ringrazia per la collaborazione, non dico spero di ricambiare la cortesia per ovvie ragioni.


Brava anche Barbara che si è dedicata al medio assieme al suo Lui.
Grande anche Prici, che ha staccato di brutto i suoi gregari.
Anna, ormai concentrata nella nostra manifestazione di domenica prossima, ha percorso le strade del medio, soffermandosi ai ristori per informarsi su quanta coca-cola hanno preso, quante peschine e quanti tortelli, sulle dimensioni dei bicchieri di carta e sulla circonferenza dei meloni (che non avevano).
Purtroppo una caduta di una delle donne del Pedale, le ha procurato la rottura della clavicola, si tratta di Debora Callegari.
Nel percorso lungo, nuova conferma per Paolo Pirazzoli, con 6h.48, a seguire Paolo Rocchi con 7.h poco più a 15 secondi Domenico Sangiorgi, poi Grandi Antonio. A 7h.12 il Boss. Incredibile ma vero oggi il Boss si è superato. Non è un tempo da star, ma considerando l'attuale condizione fisica, è un risultato non da buttare. Dopo una prima parte della gara gestita al risparmio, al fine d'evitare la tentazione di girare per il percorso medio, nella seconda parte si è impegnato un pochino di più, tenedo sempre conto di non essere in condizione e di non avere distanze del genere nelle gambe. Raggiunti e staccati Antonello sul Tiffi e Adriano sul Perticara. Le sensazioni sono state positive, nonostante la velocità di salita sia ancora inferiore di circa 4/5 Km rispetto a quella solita. Infatti sulle Siepi, dove abitualmente la velocità è di 22/23 km/h oggi non ha superato i 17/18. Rapporti ancora un pò duri, specialmente sul Barbotto e sul Gorolo, dove il 39/23 è risultato tosto. (consigliamo almeno il 25) Ma la voglia e lo stimolo di fare fatica è tornata.
Buon tempo anche per il Ragioniere, che si è cimentato nel percorso lungo. Giunto all'arrivo con l'occhio limpido e non offuscato dalla fatica. Antonello, ha avuto qualche problema fisico. Gerry e Lele, si sono fatti tutti i ristori dal Barbatto fino all'arrivo, poi siccome tra il Gorolo e Cesenatico, non questi erano finiti, si sono fermati anche in due abitazioni dove stavano cuocendo delle braciole di pecora.
Ed i nostri amici venuti da lontano? Mario, Fabio, Claudio e Stefano, come sono andati? Aspettiamo notizie.
Mastro Vinaio

18.5.10

Un cavallo di razza... azzoppato

Domenica sulla via per Dovadola all'altezza di Castrocaro, è stato azzoppato un cavallo di razza.

Un insignificante vetrino ha procurato un danno ingientissimo.

15.5.10

A Dovadola Monte Paolo

L'Eremo di Montepaolo é il più importante Santuario antoniano in Emilia Romagna per la memoria che si conserva di Sant'Antonio da Padova, che qui ebbe la sua prima residenza italiana verso il 1221. L'Eremo-Santuario é situato in posizione isolata a un'altezza di 425 m sulle ridenti colline dovadolesi. Immerso nella natura, Montepaolo é il luogo ideale per ritemprare lo spirito lontano dal traffico e dal rumore. Di Sant'Antonio il Santuario conserva un'insigne reliquia ex corpore e la "Grotta" dove il Santo si ritirava in preghiera. Il Santuario é stato ricostruito in stile neo-gotico agli inizi del Novecento, completamente affrescato, vi si conservano numerose opere d'arte moderne e contemporanee. All'esterno si trovano due percorsi artistici e spirituali: il Sentiero della Speranza con pannelli che rappresentano la vita del Santo e il Viale dei Mosaici dove é raffigurata la storia di Montepaolo. A Montepaolo vive, opera e prega per tutto l'anno la comunità di Frati Minori francescani e di Sorelle Minori di Maria Immacolata. Nei pressi del Santuario, una caratteristica casa colonica é stata restaurata e attrezzata per la meditazione, la preghiera e lo studio, con una cappella, una biblioteca, una sala per convegni e altre salette e servizi.

10.5.10

Le Magnifiche 10

Le mitiche salite dell’Appennino Mugellano.
Dieci sono le salite sulle quali cimentarsi: alcune più dure, altre più facili da conquistare ma sempre salite da fatica. Non conta la velocità ma la tenacia, la concentrazione. Non ci sono record da battere se non con sé stessi: tornante dopo tornante il ciclista si avvicina lentamente alla meta. L’importante è non fermarsi, non cedere alla stanchezza.
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3.5.10

Monte Bondone tra Prestigio e Storia


Monte Bondone

Nell'edizione del Prestigio 2010, è stata inserita una nuova Granfondo che, come abitudine degli organizzatori, richiama per qualche caratteristica peculiare, (la durezza, la bellezza ecc.). Due anni fa lo Zoncolan, lo scorso anno il Nerone, quest'anno il Bondone.



Il Monte Bondone è una montagna del Trentino occidentale, posta immediatamente a ovest di Trento. Secondo Aldo Gorfer[1] il Monte Bondone costituisce un vero e proprio gruppo montuoso.
Esso è delimitato a Nord dalla forra del torrente Vela, a Ovest dalla Valle dei Laghi e dal Basso Sarca, mentre a Est dalla Valle dell'Adige. Nella sua parte meridionale il gruppo si dirama verso SW, dando luogo ad una dorsale senza soluzione di continuità, detta del Bondone-Stivo, che porta alla cima di 2054 m dello Stivo, delimitato verso Sud dalla Valle di Loppio. Ponendo quest'ultima come delimitazione geografica, anche il Monte Stivo rientrerebbe in tale complesso montuoso, che dovrebbe più propriamente essere denominato Gruppo Bondone-Stivo.
Dal 1968 ospita la Riserva naturale integrale delle Tre Cime del Monte Bondone.

Al centro del Bondone, a circa 1500 metri di quota, si trova l'altopiano delle Viotte, il quale è attorniato da quattro cime: il Monte Palon (2090 m s.l.m.), che si affaccia sulla Valle dell'Adige e domina la città di Trento, nonché le così dette tre cime del Bondone, ovvero Monte Cornetto o Cronicello (m 2180[2], la cima più alta del massiccio montuoso), Doss d'Abramo (m 2140) e Cima Verde (m 2102), che costituiscono tra l'altro un'area naturalistica a regime protetto. L'altopiano è chiuso verso Ovest dalla Rosta (m 1832) che si affaccia sulla Valle dei Laghi.
La sua composizione geologica è quasi esclusivamente di rocce sedimentarie, in particolare una serie di dolomie, calcari dolomitizzati, calcari e marne aventi caratteristiche piuttosto eterogenee e risalenti all'era mesozoica e in misura minore terziaria.

I tre monti Bondone, Calisio e Marzola che circondano la città suggeriscono secondo un’antica consuetudine la forma di un tridente. Stessa forma ha lo scettro dell’antico dio Nettuno, cui è intitolata la fontana nella piazza del Duomo. Che si sposi l’una o l’altra ipotesi che convivono nel nome, l’antica Tridentum ha oggi tutto l’aspetto di una città alpina tipica del Nord Italia. Ma qui il caso è differente. Sulle sponde dell’Adige, nel punto di convergenza di più valli, Trento è stata città protagonista della grande storia, cerniera fra le culture del Mediterraneo e del Centro Europa. È famosa in tutto il mondo per il legame con il grande Concilio che diede il via alla Controriforma cattolica, tra il 1545 e il 1563. Un evento per il quale la città, da secoli capitale del principato vescovile, seppe rinnovarsi, modificando radicalmente il suo assetto urbano e costituzionale. Il monumento simbolo della città è il Castello del Buonconsiglio, nel contempo arcigno strumento bellico e splendida residenza dei principi vescovi, celebre per i suoi cicli di affreschi. Nel cuore della città la piazza del Duomo e la pittoresca via Belenzani, d’atmosfera veneta, offrono un escursus storico dal Medioevo al Rinascimento e sono insieme dimostrazione d’odierna eleganza. In realtà, non è facile scorgere tracce del volto gotico-medievale cittadino, dal momento che non vi è quasi punto dove il vescovo Bernardo Cles non abbia operato per ridefinire la città nel Cinquecento, secondo i canoni della cultura rinascimentale. Affollato e ricco di iniziative, il centro storico è uno spazio vivo, dove è bello anche solo passeggiare senza meta, indugiando davanti a un caffè. Nel quadro culturale spicca per dinamismo il Museo di Arte Moderna e Contemporanea, nella sede di Palazzo delle Albere. Lo stesso dicasi per palazzo Roccabruna, assurto a ‘casa dei prodotti trentini’, dai vini all’artigianato. Il calendario è ricco d’eventi culturali, gastronomici e di folclore, con particolare menzione per il mercatino natalizio. Tra le attrattive degli immediati dintorni, il Monte Bondone, sintesi di natura e sport in ogni stagione.