Il cuore batte circa 100.000 volte al giorno ed è in grado di contrarsi autonomamente, anche quando è completamente denervato, con una frequenza di circa 40 battiti per minuto. Questa particolare proprietà è garantita da un gruppo di cellule differenziate e specializzate, che costituiscono il nodo del seno, localizzato nella parete posteriore dell’atrio di destra. Esse sono lo starter dell’impulso cardiaco. L’impulso, lasciati i blocchi di partenza, si propaga agli atri, destro e sinistro, che si contraggono, dando così origine alla sistole (contrazione) atriale. Successivamente l’impulso deve valicare l’ostacolo del nodo atrio-ventricolare, tappa normalmente obbligata del percorso tra gli atri e i ventricoli, e quindi, attraverso un’altra via preferenziale, il fascio di His (dal nome dello studioso tedesco Wilhelm His, che lo descrisse nel 1893) investe i ventricoli, che si contraggono, arrivando al suo traguardo, rappresentato dalla sistole (contrazione) ventricolare. Mentre i ventricoli si contraggono per spingere il sangue nelle arterie, gli atri si rilasciano per accogliere il sangue dalle vene che in essi sfociano. La sistole del ventricolo sinistro getta il contenuto in sangue del ventricolo stesso nell’arteria aorta, che inizia così il suo percorso verso tutti i tessuti corporei, portando ossigeno e nutrimento.
Il sangue procede sempre nella stessa direzione, compiendo un percorso che dura circa 45 secondi. A ogni pulsazione il ventricolo sinistro lancia a riposo 50-60 ml di sangue nelle donne e 70 ml negli uomini. Così vengono immessi nel torrente circolatorio circa 5 litri di sangue ogni minuto e 6.000 litri nelle 24 ore. Nell’uomo (nel senso di specie umana) il ritmo cardiaco varia sensibilmente a seconda dell’età, del sesso e dell’attività fisica. In una persona adulta il numero dei battiti oscilla di solito tra i 60 e gli 80 al minuto, mentre in molti atleti si riscontra una frequenza cardiaca al di sotto dei 50 per minuto. Si capisce a questo punto come un errore del ritmo cardiaco, un ritardo nei tempi di reazione sui blocchi di partenza, o un difetto nel passaggio di un ostacolo, possano compromettere la normale efficienza del cuore.
Il sangue procede sempre nella stessa direzione, compiendo un percorso che dura circa 45 secondi. A ogni pulsazione il ventricolo sinistro lancia a riposo 50-60 ml di sangue nelle donne e 70 ml negli uomini. Così vengono immessi nel torrente circolatorio circa 5 litri di sangue ogni minuto e 6.000 litri nelle 24 ore. Nell’uomo (nel senso di specie umana) il ritmo cardiaco varia sensibilmente a seconda dell’età, del sesso e dell’attività fisica. In una persona adulta il numero dei battiti oscilla di solito tra i 60 e gli 80 al minuto, mentre in molti atleti si riscontra una frequenza cardiaca al di sotto dei 50 per minuto. Si capisce a questo punto come un errore del ritmo cardiaco, un ritardo nei tempi di reazione sui blocchi di partenza, o un difetto nel passaggio di un ostacolo, possano compromettere la normale efficienza del cuore.
Le aritmie Per un corretto funzionamento del cuore e delle sue funzioni, si dice che è necessario che il cuore sia in ritmo sinusale, ossia sia comandato dall’impulso che si genera dal nodo seno del seno. Nelle aritmie spesso questo non avviene. Il termine aritmia letteralmente significa “senza ritmo”, anche se viene invece utilizzato per indicare un disturbo del ritmo cardiaco. Comunque, accade a volte che l’impulso cardiaco non nasca nel nodo del seno, ma in punti diversi del cuore, definiti “ectopici”, da cui deriva il termine battito ectopico, o extrasistole. Questi punti anomali possono trovarsi a livello degli atri, della giunzione tra atri e ventricoli, o dei ventricoli, e possono sostituirsi all’attività del nodo del seno. Le aritmie si possono suddividere in ipocinetiche (con riduzione o rallentamento degli impulsi) come bradicardia, blocchi seno-atriali, blocco sinusale, ritmi di scappamento atriale e giunzionale, blocchi atrio-ventricolare di 1°, 2°, 3° grado, e ipercinetiche (caratterizzate da un aumento nella frequenza degli impulsi) che comprendono le extrasistoli atriali, giunzionali, ventricolari, tachicardie sopraventricolari e ventricolari, tachicardia atriale parossistica, le sindromi da pre-eccitazione ventricolare, il flutter-fibrillazione atriale, fino alle gravissime torsioni di punta e fibrillazione ventricolare. A parte si collocano i blocchi di branca, destra e sinistra, che fanno riferimento a un rallentamento della conduzione dell’impulso attraverso i fasci di His. Negli atleti si possono riscontrare aritmie sia ipocinetiche che ipercinetiche. Diventa allora fondamentale una valutazione corretta e approfondita dell’aritmia stessa per escludere cause organiche, ricordando che le aritmie sono talvolta benigne, come nel caso di extrasistole isolate, altre volte sottintendono una condizione morbosa cardiaca misconosciuta.
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