PAN

PAN
STA ATTENTO, CHE TI VEDO EH !!!

24.8.10

E' lui o non è lui.....

Certo che è lui: il Boss al mare.
Oggi il Boss, sollecitato dalla di lui consorte, si è recato, in località Marina Romea, sulle sponde dell'italiche acque del Mar Mediterraneo. Giunto sull'arenile sabbioso, si avviava con passo fermo e sicuro verso la massa informe liquida, immergendovi il proprio corpo fino all'altezza dei gioielli di famiglia. Constatata la positiva temperatura del liquido, con un guizzo da esperto tuffatore, quale lui è, si tuffava dando immediatamente prova delle sui innate qualità di nuotatore esperto, quale lui è, esibendosi in tre diversi stili di nuoto: primo stile: martello smanicato, secondo stile: ferro da stiro e terzo stile: mattone forato. Ultimata la nuotata, risaliva sull'arenile, dirigendosi immediatamente verso l'addetto al salvataggio, chieddendo di essere aggiornarto sulle moderne tecniche di salvataggio. Queste venivano immediatamente recepite dal boss, diventando così un abile ed esperto bagnino, quale lui è. Dopo qualche istante il boss, metteva subito in pratica le nozioni imparate, salvando dalle acque 21 delle 22 donne svenute e cadute in acqua al suo passaggio, stordite nel vedere quel corpo e quei muscoli scoplpiti di perfetto culturista, quale lui è. Le 21 donne salvate, giovani e prosperose, il boss, le riportava alla vita infondendo loro l'alito della vita, con una attenta respirazione bocca a bocca. Purtroppo per la 22° donna nulla poteva fare. L'occhio da esperto rianimatore, quale lui è, riscontrata la veneranda età della donna, oltre settantenne, capiva che ormai nulla poteva fare, evitando di infondere in lei il miracoloso alito. Infatti di li a qualche secondo la sfotunata vecchietta spirava. E così, il giusto mancato intervento del boss, contribuiva a far risparmiare all'INPS notevoli somme per la pensione della donna, dimostrandosi un abile contabile, quale lui è.
A questo punto, al fine di evitare ulteriori svenimenti, il Boss decideva di stendesi al sole, sul lettino appositamente preparato dal padrone del Bagno. Il Boss, passava così le successive tre ore steso al sole, offuscandone la luminosità con la propria luce. Verso le ore 18.00, definitivamente rottosi i gioielli di famiglia, convinceva la di lui consorte a fare riotorno a casa, mettendosi alla guida della propria autovettura da esperto autista, quale lui è.
Istituto Luce

23.8.10

Oetztaler dietro le porte

Ci siamo, è arrivata l'ora dell'Oetztaler. Domenica 29 a Solden la partenza per la granfondo delle granfondo, 238 km, 5.500 m il dislivello. Quattro le salite da affrontare. La prima il Kutai, dopo circa 30 km dalla partenza. Salita di 17 km, da affrontare usando non solo le gambe ma anche la testa. Dura già dai primi tornanti, lascia respirare dopo qualche chilometro poi, circa a metà, un tratto al 17% della lunghezza di circa un chilometro poco più. Poi la pendenza torna quasi nella normalità fin verso la fine. Quando finalmente appare all'orizzonte l'argine della diga, significa che sta per finire, ma ancora calma l'ultimo chilometro è da fare. Scollinati finalmente un pò di respiro per gettarsi in una folle discesa, tra gallerie e pendenze limite, che portano, i ciclisti più coraggiosi, a raggiungere velocità prossime ed anche superiori ai 100 km orari. 115, la velocità raggiunta da Monti nel 2007. Dopo la discesa, un tratto di pianura di alcuni chilometri per giungere all'inizio del secondo monte, il Brennero. Lunga circa 30 km, con pendenze lievi per i primi 25, può portare i ciclisti alla cottura. La pendenza non elevata e la sua conformazione fatta di falsipiani, lievi discese e strappetti, negl'anni passati ha fatto cuocere molti di noi, che si sono fatti prendere dalla foga della velocità, pagando il conto negl'ultimi 5 km. Ma soprattutto si sconta tutto nella salita del Giovo. Questa giunge dopo pochi chilometri di pianura e sale per 19 km. Salita regolare costante, che non lascia respirare se non per circa un km dopo il nono. Giunti in vetta si scende per una discesa tecnica e pericolosa, dove lo scorso anno, causa crepe nell'asfalto, un ciclista è rovinosamente caduto perdendo la vita. Ultimata la discesa, nemmeno un metro di respiro............. ecco il ROMBO..... auguri............ Inizio non tragico, si sale con una pendenza non impossibile. Poi giunti a Moso, ecco le prime 4 sciabolate alle gambe. Quattro tornanti con altrettanti tratti rettilinei con pendenze da incubo (15/16%) per 3 km. Poi finalmente la strada concede un pò di respiro. Un lungo falsopiano con pendenza non elevata, per alcuni chilometri lascia respirare e recuperare, oppure concede di aumentare la velocità per recuperare sugl'avversari. Ma il bello deve ancora arrivare. Al 18° chilometro un ponte consente di cambiare versante del monte, ed ecco in bella vista i tornanti maledetti i tornanti del muro del pianto... Già da un paio di km, si scorgono, ma ora appaiono per quello che realmente sono. Iniziano gl'ultini 11,5 chilometri... dopo i 190 già percorsi. Si sale.. primo rettilineo poi un tornate, secondo rettilineo ed altro tornante, si attraversa una piccola galleria scavata nella roccia: bella, ma chi ha tempo per gustarla. Chi va forte pensa a pedalare, chi è cotto non riesce ad alzare gl'occhi: troppo fatica per farlo, meglio risparmiare energie, poi la vista è offuscata. Ma ancora non è tutto. Dopo un breve tratto con lieve pendenza, iniziano gl'ultimi 5 km da incubo. I tornanti ed i rettilinei li hai tutti li sopra la testa, per vederli si deve alzare la testa. Due rettilinei lunghissimi poi una serie di tratti brevi e tornanti. Poi finalmete dopo aver girato l'ultimo tornate, mentre ti accingi a percorrere l'ultimo tratto ecco la il PORTONE... E' FINITA FINALMENTE E' FINITA. Cut ciepa un azident..... Si entra nella galleria semi piana, un tratto allo scoperto poi altra galleria, altro tratto scoperto in falsopiano e via la discesa. Finalmente ora tutta discesa fino all'arrivo, che bello. Mica vero, no mica. Dopo circa 4 chilometri, porca boia, un'altro dentino. Tre km. di salita, gambe in spalla e facciamo anche questa. Stavolta è finalmente finita, tutta discesa fino all'arrivo. Quasi vero. Manca ancora un tratto in falsopiano da affrontare con gambe ormai messe in croce. Passato anche questo ora è finita finalmente. mancano 5 km di discesa, un chilometro di pianura, poi svolta a destra attraversamento del ponte con un dislivello di 18 cm. (si cm. non metri) ma sono duri anche questi, poi finalmente il traguardo. Sono trascorse dalle 8.h30 di Piva alle 12.30/13h di altri.
In bocca al lupo a tutti i nostri.
Mastri Vinaio

Les deux alpes

Questa la mail che il nostro amico Claudio Magagna mi ha inviato, dopo l'avventura francese. Facciamoci coraggo e non disperiamo se in qualche granfondo l'organizzazione non è perfetta.
Se anche i francesi con la loro puzza sotto il naso fanno così......!!
E anche questa è fatta..... anche se non la consiglio a nessuno non tanto per il percorso...molto bello ed impegnativo, col de l'ornon, col de parquetout (lunghezza 7 km di cui 4 tra il 15 e il 18%, simile al mortirolo) e poi col dela morte, alp d'huez per 4 km e finale a les deux alpes, ma l'organizzazione è una cosa allucinante, nessuna assistenza meccanica, niente griglie, percorso segnato con frecce sull'asfalto, di conseguenza dovevi stare attento a non sbagliare strada, ma mi avevano avvisato per tempo che le gran fondo in francia sono organizzate alla carlona. Cmq terminato anche il trofeo dello scalatore,alla fine 146° e 24° di categoria, 8h 16' 24", media dei 20 km/h. Ci vediamoalla colnago, saluti da claudio.

20.8.10

Le pettegole "rimorchiano" di più

Come ti conquisto un uomo? Con la malalingua. Le donne diventano più "acide" nei loro commenti quando sono più fertile. Un modo per sbaragliare la concorrenza e conquistare gli uomini.
Le vicine di casa vi criticano per la vostra pettinatura o la montatura degli occhiali nuovi? Nessun problema... è soltanto bieca competizione per "soffiarvi" il fidanzato.
"Guarda Tizia! Con quella gonna, sembra che abbia un sedere che fa provincia"; "Accipicchia che occhiaie Sempronia… ha proprio bisogno di un restauratore, altro che lifting leggero alla Berlusconi"; "Ecco che arriva Caia… come al solito in ritardo, e guarda i capelli, ma da chi è andata? Da un parrucchiere per cani?"Chi non ha mai pensato male o commentato acidamente con le amiche il look di un'altra donna? Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Ma un nuovo studio sembra discolpare le male lingue: le donne utilizzerebbero il pettegolezzo e i commenti maligni come una strategia per svalutare potenziali concorrenti e vincere così l'attenzione di un uomo. Arma sessuale. Maryanne Fisher dell'università di York, a Toronto in Canada, infatti ha dimostrato che le donne che si trovano nel periodo più fertile del ciclo mestruale tendono ad avere la peggiore opinione del look delle altre donne. E tutto questo non è causato da modifiche dell'umore, perché il ciclo non sembra affatto modificare il giudizio sull'aspetto degli uomini.Gli scienziati canadesi hanno chiesto a un centinaio di volontari (uomini e donne) di giudicare una serie di foto di volti di persone, indicandone il grado di fascino e attrattiva. Mentre gli uomini erano abbastanza costanti nei loro giudizi, i voti delle donne erano influenzati dal ciclo mestruale: dal 12 al 21 giorno del ciclo, quando i livelli di estrogeni sono più alti, giudicavano l'attrattiva delle altre donne in modo più critico.Donne in guerra. Le teorie della selezione sessuale si sono finora concentrate soprattutto sulla competizione tra maschi, ma recentemente hanno sottolineato come ci possa essere una competizione anche tra le femmine. E la ricerca canadese ne sarebbe una conferma. Rimangono tuttavia aperti numerosi interrogativi. Dal punto di vista fisiologico occorre capire meglio come i cambiamenti ormonali (o il mix di cambiamenti nel quale gli estrogeni sembrano avere un ruolo chiave). Attenzione a non esagerare. Dal punto di vista psicologico non è chiaro come un più alto spirito di competizione durante l'ovulazione può aiutare le donne a conquistare un uomo. «Sparlare di qualcuna può aiutare a sentirsi meglio? O dirlo a un uomo può aiutare a rendersi più interessante ai suoi occhi? - si è chiesta Fisher - Potrebbe anche essere un'arma a doppio taglio, dando l'impressione di essere troppo pettegole». Pensateci la prossima volta che a una festa volete "tagliare le gambe" a un'amica.
Tratto da Focus

18.8.10

Un ricordo

In questi giorni un gravissimo lutto ha colpito una nostra carissima amica e socia del Pedale. Barbara purtroppo ha perso il padre Gianfranco. Alcuni di noi hanno avuto l'occasione di conoscerlo di persona, altri invece lo hanno conosciuto tramite le parole di Barbara. Ascoltando le parole dette durante il funerale dai suoi amici e compagni di volontariato, ci si è resi conto dell'enorme impegno che ha dedicato agl'altri.
Meglio si può capire dalla lettura dell'articolo pubblicato ne " La voce del nordest

10.8.10

Presidente Francesco Cossiga

Un'altro pezzo della nostra storia del dopo guerra, sta per lasciarci. La storia, forse renderà merito alla grandezza di uomini come il Pres. Cossiga, e di altri politici italiani, discussi ma di elevatura, veri statisti che nulla hanno da invidiare a colleghi d'oltralpe. Uomini come Andreotti, Fanzani, ed altri che hanno fatto la storia discussa dell'Italia. Ricordiamo sempre del particolare periodo storico in cui si era quando costoro salirono al potere, ai rischi che il nostro paese correva per la sua posizione strategica, posto ai confini con paesi dove imperava il comunismo. La nostra alleanza con gli USA, non poteva essere messa in discussione, pertanto tutto o quasi poteva essere giustificato per assicurarci la libertà ed il benessere dato da quest'ultima. Credo che nessuno possa negare questo. Dopo la caduta del muro quanto si sapeva è emerso nella sua vera dimensione tragica.
Una breve biografia del picconatore

9.8.10

GF Charly Gaul ultime da.....

"cavoli se è dura...."
Qualche notiziola sulla GF disputatasi a Trento. Anche qui, come al solito qualche fatterello ha animato la nostra avventura. Già il viaggio è stato un pò avventuroso, dentro e fuori l'autostrada nel tentativo di driblare il traffico, ma nulla da fare le nostre 5 orette le abbiamo impiegate. Ma la cosa è solo all'inizio. Alle 3.45 di notte, nel più assoluto silenzio, interrotto solo dal fruscio dell'aria condizionata, un urlo straziante ha svegliato mezzo albergo..... Forse un delitto?, oppure un tentativo di suicidio?, oppure finalmente un moroso ha scoperto che la morosa lo cornifica da sempre con i suoi amici più cari? Nulla ti tutto questo, il Maestro dopo aver espulso il liquido in eccesso, (pisciatina di metà nottata) si accorgeva di aver dimenticato il casco. "
C...o ho dimenticato il casco". e adesso? chiedeva la moglie, "parto senza" "sa sit scemo," risponde la consorte. Si ritorna a dormire. Alle 5,30 sveglia. Un rumore ripetivo e strano colpisce l'attenzione... flop.tom ... flop.tom... cosa sarà? dopo alcuni minuti di ascolto in silenzio, svelato il mistero.... papaleus, con la pompa sta gonfiando la bici. Via veloci, lavatina ai parenti bassi e giù a mangiare.
Colazione di corsa, qualche messaggio inviato alla ricerca di un casco in più, ma nulla da fare... Corsa verso il centro per recuperare un casco.. nulla. Si entra tutti in griglia, mentre il Boss continua invano a cercare. All'improvviso, Davide, devoto discepole, si offriva a cedere il proprio casco al Maestro... "Maestro, (esclamava) fammi l'onore di indossare il mio umile casco, concedi al tuo sommo capo di indossare questo indegno accessorio" (ora so su chi posso fare affidamento in caso di necessità, magari un rene, un pezzo di fegato, una coronaria, una ciulatina) Il maestro commosso da tale atto di devozione, accettava l'offerta, continuando però la ricerca. Finalmente, dopo qualche minuto, in alcuni scavi archeologici aperti, reperiva alcuni oggetti tra i quali, un'anfora (borraccia) un elmetto (casco) Nell'interno del casco, una targhetta incisa in latino antico, recita "FABBRICATO IN DACIA NEL 1815 A.C. " Descrizione del casco: cinturino in pelle di montone, fibbia fatta con due striscie di cuoio legate a manaccia, pennacchio fatto con il crine della coda di un cavallo, corpo in ghisa dello spessore di 4 mm, peso del manufatto, 4 chili e 150 grammi. All'interno residui delcranio dell'ultimo soldato della Dacia che lo ha indossato.

Ma tutto bene. Il Maestro così riconsegnava al fido discepolo il proprio Casco consentendogli di partire. Il nuovo casco del Maestro, richiamava l'attenzione di molti suoi conoscenti, che, durante la gara, chiedevano stupiti, "ma dove hai tirato fuori quel casco?... " E' un modello esclusivo della gamma 2012" si ma Avanti Cristo... rispondeva. Oltre ad essere antico, questo era anche un pò piccino, e così la posizione sulla testa del Maestro risultava variabile, da destra a sinistra (secondo la direzione delle curve) avanti o in dietro, secondo la pendenza della strada. UN CASCO BALLERINO......
Ma veniamo alla gara.... Dura, due salite di 24 km la prima e 19 la seconda. I primi 45 km, uno schifo, strettoie, curve sparti traffici non segnalati... uno schifo.... poi, iniziata la salita, la cosa è migliorata decisamente. La prima salita, dopo i primi 4 km al sole, ecco il bosco, una faggeta stupenda temperatura fresca, una delizia, (foresta tipo i Fangacci, la foresta Casentinese) Discesa stupenda, larga veloce, dritta pochissime curve a tornante, tutte curve aperte e veloci. Tratto di pianura poi, abbandonata la strada principale, si percorre uno stradello di tre metri di larghezza, che costeggia il lago.... una vista splendida. Qualche su è giù poi a Terlago si inizia il Bondone da altro versante. Durante la salita sui prati che costeggiano la strada, molti vacanzieri della domenica, stesi al sole e data l'ora, intenti a cuocere la braciola sul barbecaut. Fumo ed odorini allettanti invadono la strada. Il Maestro, per alleviare lo soffereze dei ciclisti a lui vicino, entrando in una nuvola di funo ed odore di braciola, chiede ad uno dei sui compagni di salita, " a sit te che ci cot, o è carme alla gruglia?" Giunto in una curva nelle vicinanze di un tavolino da picnic, inizia a cantare la famosa canzone di Jonni Dorelli,"aggiungi un posto a tavola che c'è un amico in più", ricevendo, in dialetto veneto, un invito ad abbandonare la bici e a sedersi con loro. "dai mola la bici, ciapa la gondola e veni a chi". Dopo un attimo di incertezza, ...si prosegue... Su ..su poi ancora su... finalmente il cartello Ultimo chilometro.... Nel silenzio della salita echeggia a voce alta una esclamazione... "cut vegna un cancar ci finì" il Maestro, preso da un sussulto, estraniava a voce alta la propria approvazione per la felice conclusione della salita.
Attesa per le premiazioni del percorso lungo, in programma per le 15,15. Omus Papaleus da Bicocca, colto dal freddo, indossava un indumento improvvisato (sacco del pattume con buchi per testa e braccia). Finalmente lo speacher chiama " Selci 5° classificato" Papaleus, sale sul palco nella nuova miss, (sacco del patume), tra le risate di tanti. Consegna il premio il premio Ricò, che conosce Adriano e lo festeggia. Papaleu, a questo punto si rivolge a lui e con la schiettezza che lo contraddistingue gli dice " Vai alla Vuelta?.. bene, rompi e cul a tot... " Lo speacher, preso in contropiede, un pò imbarazzato, cercando di nascondere quanto appenna detto, si rivolge sorridente al pubblico, dicendo loro, " non ripeterò quanto detto dal nostro pittoresco amico. Dopo la premiazione di Gabri e della società, via.. giù in discesa per 20 km, poi in albergo per la doccia e il ritorno a casa.
L'organizzazione ha lasciato molto a desiderare, i ristori hanno provocato l'ira di molti concorrenti, per non aver trovato nulla da mangiare (qualche biscotto secco, cocomero tè sali e acqua)
Mastro Vinaio